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Viva la sposa

Regia di Ascanio Celestini vedi scheda film

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La recensione su Viva la sposa

di Spaggy
8 stelle

Opera seconda di Ascanio Celestini, Viva la sposa si addentra nella periferia romana per raccontare degli ultimi, di coloro che meno fortunati degli altri sono invisibili agli occhi di tutti. A fare da trait d'union nelle vite dei diversi personaggi è Nicola, un piccolo attore che vive tra recite surreali per bambini e bottiglie di sambuca da ingurgitare. Senza una casa, Nicola si muove a bordo del suo furgone per le strade del Quadraro, in compagnia spesso di Salvatore, ragazzino in carne figlio della prostituta Anna e forse anche suo. Tra i disperati di cui Nicola si circonda vi sono anche Sofia, che conosce sin dall'infanzia e che cerca ancora un proprio posto nel mondo, e l'Abruzzese, il titolo di un piccolo garage che si trasforma presto in dormitorio per tutti quanti.

Durante una delle sue stralunate giornate, Nicola investe un anziano, un truffaldino che campa di espedienti e truffe alle assicurazioni. La morte dell'uomo gli permette di entrare in contatto con la sua famiglia, una moglie acida che ha sempre odiato il marito e i due figli, uno affetto da ritardo mentale e l'altro, Sasà, da sempre sulle orme del padre. Sasà, inoltre, offre i suoi servizi a un piccolo boss della zona, ritrovandosi spesso a bruciare autovetture per arrotondare. Sarà proprio l'arresto di Sasà e la conseguente degenerazione tragica degli eventi a spingere Nicola a un gesto altrettanto disperato.

Su tutti, aleggia poi la figura di una sposa in viaggio di nozze, una celebre attrice americana che gira il Belpaese (facendo tappa nell'Abruzzo post terremoto) con il suo abito bianco e che porta speranza con il suo passaggio, offrendo uno spaccato di vita immaginaria che nessuno degli amici di Nicola gusterà mai.

Ascanio Celestini

Viva la sposa (2015): Ascanio Celestini

 

Senza redenzione alcuna per i suoi personaggi, Celestini redige il suo Racconto dei raconti del terzo millennio ponendo l'azione in una Roma sconosciuta, che lontana dalle bellezze a cui sono abituati turisti e visitatori presenta l'invisibilità della quotidianità. Costituito da piccole storie fondamentali nel puzzle che a poco a poco si compone, Viva la sposa è un feroce ritratto della moderna Italia disattenta ai problemi della gente che la vive. Troppo presi dalla frenesia della quotidianità, non ci si accorge come spostando gli occhi è possibile ammirare microcosmi invisibili in cui la solidarietà e l'umanità sono le regole fondamentali. Ultimi tra gli ultimi, i derelitti di Viva la sposa sono figli di un mondo distratto alle loro problematiche e vittime della sbadataggine delle istituzioni. Abituati a rimanere a galla sfidando i destini avversi, fanno fronte comune per sopravvivere senza mai scadere nel pietismo e nella cupa disperazione. Anche quando la situazione diventa tragica, gli invisibili celestiniani si muovono in una città nemica delle illusioni e parca di speranza. Nel meltin' pot del loro quartiere, popolato tra gli altri da ucraini e cinesi, non badano alle regole dell'apparenza e puntano all'essenza, con una schiettezza che spesso trascende ogni confine.

Senza idoli da inseguire, faticano a vivere ma non si arrendono. Non cercano il riscatto neanche quando come nel caso di Sofia scompaiono da casa raccontando di voler partire per la Spagna e rifuggiandosi invece a Cinecittà. Non imparano nemmeno la lezione che le istituzioni (nel caso specifico, la polizia) impartiscono a Sasà e non provano a vivere una vita diversa da quella che hanno sempre conosciuto. Emotivamente instabili, si appellano solo alla forza di volontà che li aiuta a rialzarsi tutte le volte che cadono, giusto il tempo di ricadere un'altra volta e un'altra volta ancora. In un mondo in cui la violenza impera e detta legge, trovano conforto nella loro folle semplicità (da non confondere con la stupidità) e appigli nella loro onestà d'animo. Sinceri, diretti e nobili d'animo, smettono di essere significato per farsi significante nel momento in cui la scrittura di Celestini offre loro un finale aperto a mille diverse interpretazioni.

Non per tutti.

 

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