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Verdi dimore

Regia di Mel Ferrer vedi scheda film

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La recensione su Verdi dimore

di Antisistema
4 stelle

La miglior ricetta per evitare che si parli troppo di film pessimi, sarebbe non parlarne proprio in effetti; ma siccome scrivere aiuta a scrivere bene, di tanto in tanto decido di recensirli e poi detto tra noi... lo trovo troppo divertente certe volte. 

Leggendo la biografia di Donald Spoto sulla Hepburn lo definisce il peggior film dell'attrice e anche se io e tale critico non abbiamo quasi mai concordato su nulla, alla fine gli devo dare pienamente ragione (forse però Linea di Sangue è ancora peggio, ma fare a gara tra la spazzatura non è che sia allettante). Stranamente però la media su filmtv è da 6.3 (al momento che scrivo, dove anche utenti anziani e stimati, gli danno tranquillamente 3 stelline (così come la rivista), mentre Mereghetti (e il suo collega americano Maltin) gli riesce a dare addirittura ben 2.5 stelline; cioè la sufficienza piena (no comment). Morandini ha un sussulto di dignità e 2 stelline gliele riesce a dare. 

Non che mi aspettassi chissà che cosa, ma comunque nella mia vita ho avuto la fase film "trash", poi però è durata soli 4-5 mesi, perchè la vita è troppo breve per guardare consapevolmente spazzatura, anche se il fascino verso i film descrittami come brutti permane e quindi quando posso li vedo di tanto in tanto. 

 

Abel (Anthony Perkins) è costretto a fuggire da Caracas, per via di una rivoluzione che ha spodestato e ucciso suo padre, ma si promette di ritornare per vendicarlo (magari tuo padre era un stronzo ed il popolo ha fatto bene ad accopparlo). Attratto dal miraggio dell'oro, Abel s'inoltra nella foresta, ed è accolto amichevolmente dagli indigeni e dal loro capo Rumi. Nella foresta, che gli indiani credono dominata dallo spirito maligno, che chiamano "La figlia di Didi", Abel scopre una leggiadra ragazza, Rima (Audrey Hepburn), che sarebbe l'unica superstite di una razza scomparsa, in compagnia del vecchio Nuflo, che dice di essere suo nonno: il luogo abitato dai due è chiamato "Le verdi dimore". Secondo le decisioni degli indigeni, che vedono in Rima la personificazione dello spirito maligno, Abel dovrebbe uccidere la fanciulla; ma egli a poco a poco ne subisce il fascino.

 

La storia può sembrare un'avventura figa messa in questo modo (magari con un sottotesto reazionario quello si), ma appena lo spettatore vede lo sviluppo della sceneggiatura e dei dialoghi capisce che manco Orson Welles avrebbe potuto salvare un film del genere. Ora ti chiedi come mai la Hepburn che dal 1953 al 1967 ha fatto pochi film, ma quasi tutti molto riusciti, sia finita in un film del genere e quindi cominci ad indagare un pò. La pellicola è diretta da Mel Ferrer, che a quanto ne so un 2-3 film li aveva diretti (ma male accolti dalla critica... non li ho visti ma tendo a fidarmi), ma il suo mestiere era l'attore (e anche qui...) quindi perchè la MGM gli affida un compito non suo? Ah! aspetta, Mel Ferrer era il marito di Audrey Hepburn, ora si spiega tutto! Preso lui, si è presa anche la moglie; una mossa geniale! Non c'avevo pensato, anche se comunque non se ne capisce il perchè della partecipazione... fedeltà coniugale? Perchè vedendo i precedenti filmici della coppia insieme, Guerra e Pace era claudicante, mentre Mayerling un film tv, era una roba insostenibile, il loro terzo progetto insieme non avrà più fortuna degli altri due. 

Ma prima di arrivare a lei, dobbiamo sorbirci quasi 30 e passa minuti con scene di Anthony Perkins immerso in paesaggi nel pieno di un tripudio da techinicolor che fraternizza con degli indigeni (interpretati da attori Giapponesi... per lo meno Ferrer la questioene nazionalità straniera se l'era posta). La foresta come da consuetudine per le pellicole di quel periodo, è ricostruita in studio, ma l'alternanza tra scene riprese in posti reali e quelle invece nei set, dà dei discreti risultati e senz'altro è la cosa migliore di tutta l'operazione. Però giustamente, ad un certo punto lo spettatore chiede dove sia la Hepburn e finalmente Ferrer decide di presentarci il personaggio di Rima - The Bird Girl (niente battute)... quando entra in scena però capisci che certe richieste non dovrebbero essere realizzate. Audrey Hepburn se c'è una cosa che mette d'accordo anche i suoi detrattori è il fatto che sia un modello di grazia ed eleganza... beh... in questo film il marito riesce a sminchiare l'erotismo della moglie con un vestito che non so che roba sia e una parrucca inguardabile; per dirla in parole povere sembra una figlia dei fiori con 10 anni d'anticipo sui tempi (almeno tossicala, dalle 2.3 canne da fumare, fà qualcosa! Ma così... è inguardabile). 

Come se non bastasse il direttore della fotografia la immerge in una specie di patina verde... quando entra in scena sembra che sia circondata da un'aura verde, non so che razza di trucco abbia escogitato, ma rende ogni sua apparizione un pugno in un occhio. Fatto sta che se non mi sbaglio (no, non lo rivedrò mai per controllare se sbaglio o meno) non pronuncia un solo discorso prima dei 40 minuti e quando apre bocca... ne capisci il motivo, visto che vomita frasi sull'amore sconclusionate (il bello che tenta anche di pronunciarle in modo credibile; un professionismo autolesionista ammirevole sotto questo punto di vista) e come se non bastasse rivolge continue preghiere alla madre morta (ma quante madri ha fatto fuori questa al cinema? Le uccide tutte!), dacchè Antony Perkins avrà pensato che con questa stramba ragazza poteva avere "campo libero". 

 

Sulla regia non c'è molto da dire, una serie di riprese qua e là dove campi medi si alternano a primi piani e una volta tanto dei campi lunghi. Quando poi entra in scena Audrey Hepburn, Mel Ferrer utilizza una marea di primissimi piani che finsicono solo con il non dare ampiezza alla narrazione (ho capito che ti piace tua moglie! Piace a tutti, però c'è un limite dopo un pò. Sembra quasi che la coppia si sia scordata di fare il filmino del loro matrimonio e Ferrer abbia deciso di rimediare propinandone uno di un'ora e quaranta da far vedere a tutta l'umanità). La papponata si trascina tra una serenata con una chitarra (gosh...) e un cerbiatto trovatello (sia mai che la Hepburn tocchi gli schifosi insetti o creature della foresta. Tra l'altro l'attrice allevò da sola sto cerbiatto... la sorte m'è ignota dopo le riprese... spero che i due coniugi se lo siano mangiati a forno con patate per la festa del ringraziamento) verso un finale catastrofico con un epilogo "etereo" che sembra invece un vero e proprio colpo di genio, se non fosse che secondo me gli è uscito in modo del tutto casuale e comunque è troppo "enfatizzato" nella messa in scena. 

Inutile dire che nonostante i due attori abbiano la medesima età, non c'è alcuna carica passionale tra i due (Perkins ho letto che rifiutò un ruolo in A Qualcuno Piace Caldo per fare questo film e non se ne è mai pentito per tutta la sua vita di questa decisione... spero che almeno la Hepburn gliela abbia "data" di nascosto dal marito, perchè se è vera questa cosa, Perkins ha preso proprio una cantonata pazzesca). Inutile dire che appena uscì fu un meritato flop al botteghino e la critica lo accolse in modo tiepido. Mel Ferrer fu un campione di modestia una volta tanto nella sua vita, chiedendo scusa per il lavoro e definendo il film "poco riuscito". 

Io mi ci sono divertito come un cretino nel vederlo e tutto sommato lo si guarda anche, però... ovviamente con poca modestia, dico che secondo me la mia recensione è meglio anche del film stesso. 

 

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