Regia di Mel Ferrer vedi scheda film
In Venezuela, all’inizio del ’900, il figlio di un ministro sfugge ai massacri compiuti dai rivoluzionari e si rifugia in una foresta: qui entra in contatto prima con una tribù indigena, poi con un vecchio e sua nipote che vivono isolati dal resto del mondo. La trama è molto più esile di quanto questo riassunto faccia pensare: azione quasi assente, dialoghi tirati via, il pregio è quasi tutto nelle bellissime ambientazioni naturali. La storia diventa interessante solo verso la fine, quando viene fuori il passato di Lee J. Cobb e quella che sembrava una tipica situazione stile La tempesta perde tutta la sua aura idilliaca. Conclusione estetizzante e ultra romantica, senza paura del ridicolo; Audrey Hepburn, almeno stavolta, ha un partner addirittura più giovane di lei come Anthony Perkins. Una curiosità: il romanzo Green mansions di William Henry Hudson, alla base del film, è stato tradotto in italiano da Eugenio Montale col titolo La vita della foresta.
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