Regia di Fabrizio Ferraro vedi scheda film
Per chi non lo conoscesse, Manfred Eicher non è "uno dei", bensì "il più" importante e vero innovatore tra i produttori di musica jazz, avanguardia e cameristica degli ultimi 40 anni. Il 70enne di stanza a Monaco con la sua etichetta discografica, la ECM, sta alla musica - in veste di produttore - come George Lucas sta al cinema. Per di più, i suoi contatti con la settima arte sono tutt'altro che occasionali, come dimostra la pubblicazione delle colonne sonore dei film di Theo Angelopoulos scritte da Eleni Karaindrou (Il volo, Paesaggio nella nebbia, Il passo sospeso della cicogna, Lo sguardo di Ulisse, L'eternità e un giorno, La sorgente del fiume e La polvere del tempo), i ciclopici tributi al cinema di Godard e la soundtrack del film Il ritorno. Non di meno, Paolo Fresu, che da otto anni è stato assoldato dall'etichetta bavarese, ha anch'egli un rapporto intimo e continuo con il cinema, come documentano le colonne sonore di Passaggi di tempo, Scores! e 7/8, del quale è anche interprete. Rovesciando la prospettiva, tanto il tedesco quanto il sardo sono stati oggetto di interesse cinematografico: il primo attraverso il capolavoro Sounds and silence; il secondo in un documentario che ne ricostruisce la traiettoria artistica, intitolato 365. Li ritroviamo insieme in questa occasione, a Lugano, città nella quale, all'interno dell'auditorium deserto della Radio Svizzera Italiana, il trombettista ormai assurto a fama internazionale ha registrato, con divino interplay, un disco insieme al bandoneonista marchigiano Daniele di Bonaventura. Il film di Fabrizio Ferraro - qui al suo quarto lungometraggio dopo Piano sul pianeta, Penultimo paesaggio e Quattro notti di uno straniero - si offre come testimonianza di quei due giorni di registrazione, tra posizionamento dei microfoni, cambiamenti di note, aggiustamenti in consolle di registrazione (sulla quale siede l'abilissimo Stefano Amerio), invenzione estemporanea dei titoli dei brani e inglese maccheronico. Il tutto intervallato da immagini in movimento - autostrade, traghetti -, da quelle del mare, delle colline marchigiane o dai neri improvvisi che sembrano voler accompagnare le continua ricerca dei silenzi che è il marchio di fabbrica di molte produzioni ECM. Per chi ama visceralmente la musica al punto da essere interessato anche ai suoi processi produttivi, al dietro le quinte di un lavoro soltanto in apparenza semplice, il making of di "In maggiore" (questo il titolo del disco carico di lirismo di Fresu & Di Bonaventura) costituirà un'occasione per sbirciare sui moltissimi dettagli di un lavoro che sembra richiedere pazienza, concentrazione, creatività e, ovviamente, moltissimo ascolto. Ma qualche perplessità sorge proprio sull'aspetto cinematografico del prodotto: costretti all'assoluta discrezione, Ferrero e la sua troupe si sono limitati a piazzare macchine da presa fisse e, per quanto possano essere serviti postproduzione e montaggio, la staticità dell'intero lavoro si avverte in maniera incontrovertibile, finendo col fare di questo comunque encomiabile progetto un parente povero del già citato Sounds and silence.
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