Regia di Andrea Prandstraller, Niccolo Bruna vedi scheda film
L’Arena, Aida, la Fura dels Baus: nel centenario dell’apertura alla lirica dello storico spazio veronese, la fondazione che ne governa le sorti decise di affidare al gruppo catalano la regia della sua opera simbolo. Nel regno della tradizione e della conservazione (l’Aida del 1913 viene regolarmente replicata in copia conforme), una ventata anarchica e rivoluzionaria: “l’Aida del III millennio”, fantascientifica, immaginifica, tale da lasciare senza fiato il pubblico e innescare polemiche. Dopo Polvere - Il grande processo dell’amianto, è questo il campo con cui Prandstraller e Bruna hanno scelto di confrontarsi: documentare la realizzazione di una megaproduzione all’interno di una struttura stratificata e imponente qual è quella veronese, che ogni estate coinvolge migliaia di persone. È ancora una volta una comunità quella che i registi raccontano: non tanto i geniacci Carlus Padrissa e Àlex Ollé o le ugole d’oro Hui He e Fabio Sartori, quanto il “ventre molle”, il punto di vista delle invisibili maestranze senza nome, il loro oscuro lavoro, le aspirazioni, l’appartenenza all’istituzione, dal reclutamento alla prova generale. Materia immane: la difficoltà è non disperdersi, documentare umori e amori, soddisfare curiosità di un puzzle tanto complesso. Quando si completa e il pubblico riempie gli spalti, il film finisce. Dopo, è un’altra storia (la registrazione ufficiale dell’Aida della Fura è anche in vendita su Amazon e Arenashop.it).
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