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Vera Cruz

Regia di Robert Aldrich vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vera Cruz

di Dany9007
9 stelle

Con oltre un decennio di anticipo su quelle che poi sarebbero diventate delle costanti nel genere western, Robert Aldrich propone infatti elementi sensibilmente innovativi: innanzitutto l'ambientazione messicana (eccezion fatta per il coevo Il prigioniero della miniera di Hathaway), per una volta infatti si lasciano i territori americani andando ad esplorare invece zone in cui imperversa una lotta dai toni ben più politici che di pura azione. Innanzitutto già la scelta dei protagonisti non propone un duo allineato di gringos carichi di ideali: solo uno infatti è il "buono" del film, segnato dalla sconfitta della guerra di secessione ma ancora carico di ideali, l'altro, sebbene più accativante, è la sintesi dell'uomo che si muove solo per interesse, a capo di una banda della quale si serve ma senza provare alcun senso di appartenenza o di stima ("nessuno è mio amico" è tra le frasi che sentiamo pronunciare da Burt Lancaster). Proprio il tema di natura politica è anch'esso in anticipo sui tempi, dalla seconda metà degli anni '60 le incursioni in messsico del western troveranno il proprio habitat naturale nei contesti rivoluzionari (soprattutto la rivoluzione di Pancho Villa e non quella dei juaristi), e che vedranno sempre degli eroi (o ancor meglio antieroi) prendere le parti degli sfruttati e degli oppressi dopo una presa di coscienza. Tanto per citare alcuni titoli: I professionisti, Il mucchio selvaggio, Giù la testa, Quien Sabe?. Da osservare Ad aggiungere modernità alla vicenda vi sono scene d'azione davvero pirotecniche (con il climax dello scontro finale), dirette magistralmente e fotografate, da Ernest Laszlo in modo sublime, encomiabile soprattutto il duello finale tra i due, con dei primi piani, delle inquadrature ed un montaggio che sembrano aver fatto scuola anche nei successivi film di Sergio Leone e che soprattutto sembrano davvero sospendere il tempo mentre si sfidano i due protagonisti (non ha nulla da temere nel confronto con un altra mitica sequenza di riprese ne Il cavaliere della valle solitaria altrettanto splendida di Loyal Griggs)

Circa i due protagonisti bisogna dire che il ruolo di Cooper, ottimamente interpretato è, indispensabilmente, messo in ombra dal ruolo di Lancaster, che con le sue acrobazie, ghignante e nerovestito ruba spesso la scena. Notevole anche il cast di attori destinati a diventare delle celebrità, qui ancora in ruoli marginali tra gli "scagnozzi" agli ordini di Lancaster, riconosciamo infatti: Charles Bronson, Ernest Borgnine e Jack Elam. 

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