Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
La fiducia che Robert Aldrich poneva nella natura umana non era infinita,è risaputo,e quasi sempre nei suoi lavori il contesto è quello di una crudeltà spontanea dei personaggi per trarre il meglio per il proprio profitto o convenienza,ma è sbagliato etichettare il cineasta di "Quella sporca ultima meta" come un cinico.Infatti,se l'atmosfera spesso è impietosa,il suo cinema è fatto anche di gesti inconsultamente eroici,in cui va letta una fiera resistenza a non lasciarsi annichilire da un mondo barbaro e senza sentimenti,quasi un tema portante della sua opera,un monito ed appello a scuotersi e cercare un barlume di Giustizia. "Vera Cruz" è un western molto atipico per i propri tempi,che deve esser stato amato non poco da Sergio Leone,in quanto vi si ritrovano molti motivi delle sue storie,dalla caccia all'oro,all'imperante mancanza di scrupoli della gente del West,all'evitare che il mondo sia diviso in buoni e cattivi,anche se qualcuno sarà,quasi contrariando se stesso,capace di un atto di coraggio o di umanità. I due alleati per forza Cooper e Lancaster diffidano uno dell'altro,si tengono braccio in alcuni momenti,pianificano a scapito del prossimo,fino ad affrontarsi all'inevitabile duello conclusivo:Aldrich realizza in un'ora e mezza scarsa un gran racconto d'avventure,sullo sfondo di un evento storico come la revoluciòn messicana,con due interpreti che rappresentano un vago idealismo il primo,e una ribalda grinta il secondo. Un'altra prova dell'importanza di un regista purtroppo mai troppo celebrato dalla critica.Basti vedere la sequenza dell'imboscata al reggimento nel paesino,un gioiello di montaggio e respiro cinematografico,con ogni personaggio inquadrato in momenti salienti,e l'apertura finale della scena con la cavalcata libera dalle trappole delle viuzze abitate. A mio parere,forse il più grande dei sottostimati tra i registi.
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