Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Robert Aldrich realizza un western atipico e in anticipo sui tempi, e rifuggendo ogni moralismo consolatorio non si fa remore a mettere in scena protagonisti amorali, disposti a ingannare e tradire per il tornaconto personale: l'amicizia, l'amore e la lealtà sono sono illusioni che devono lasciare spazio all'avidità ed al tradimento.
Dopo la fine della guerra civile americana, molti reduci si spostano in Messico per combattere come mercenari nella guerra civile di quel Paese, che infuria tra l'Imperatore Massimiliano d'Asburgo e i rivoluzionari juaristi. L'ex ufficiale confederato Benjamin Trane (Gary Cooper) si unisce al bandito Joe Erin (Burt Lancaster) e alla sua banda, e insieme vengono assunti dall'imperatore Massimiliano per scortare da Città del Messico fino al porto di Vera Cruz la contessa francese Marie Duvarre di rientro in patria. Ma sulla strada per il porto scoprono che il viaggio della nobildonna è uno stratagemma per occultare il trasporto in Europa di tre milioni di dollari in oro, celati nel doppio fondo della carrozza, necessari ad acquistare armamenti per l'esercito imperiale.
E così ciascuno dei membri della spedizione , non solo Ben e Erin ma persino la stessa contessa, mentre finge di portare a compimento la propria missione elabora un suo piano permettere le mani sull'oro. Tutti cercano di fregare tutti in una continua scomposizione e ricomposizione di alleanze opportunistiche e seduzioni interessate, in cui sono coinvolti anche il marchese capo della scorta imperiale ed una scaltra ladra rivoluzionaria che trama per far cadere il lauto bottino nella mani dei suoi compagni.
Robert Aldrich realizza un western di gran classe, atipico e in anticipo sui tempi, e rifuggendo ogni moralismo consolatorio non si fa remore a mettere in scena protagonisti amorali, disposti a commettere qualsiasi tradimento per il tornaconto personale. L'amore e l'amicizia e la lealtà sono sono illusioni che devono lasciare spazio all'avidità. In questo senso il personaggio più innovativo e interessante è Joe Erin, e Burt Lancaster ha dimostrato un certo coraggio nell'accettarlo: un figlio di puttana spregiudicato che minaccia di far sterminare dei bambini e spara sui suoi stessi compagni, ma si rende simpatico con il suo sorriso da canaglia.
La sceneggiatura scritta da Roland Kibbee e James R. Webb da un soggetto di Borden Chase è avvincente e brillante nello stemperare la tensione tramite l'ironia e nel disegnare il rapporto ambivalente tra Joe e Ben , archetipi rispettivamente del classico eroe western e dell'antieroe individualista , che a dispetto dell'opposizione dei loro valori sviluppano un rapporto di rispetto e intesa reciproca ( ma non di amicizia né di fiducia, come scopriremo nello scontro finale).
Nei duetti scanzonati tra i due protagonisti maschili Gary Cooper e Burt Lancaster costruiscono un'ottima alchimia ; l'attrice francese Denise Darcel delinea con verve un personaggio femminile atipico e volitivo che come la rivoluzionaria (Sara Montiel) utilizza con malizia le armi della seduzione per manipolare gli uomini e conseguire i suoi scopi, in un contesto dove il romanticismo è un'ingenua illusione. Tra i non protagonisti membri della banda di Erin c'è Ernest Borgnine e in un piccolo ruolo riconosciamo un giovanissimo Charles Bronson, che suona l'armonica a bocca come farà quindici anni dopo in C'era Una Volta il West (direi impossibile che sia una coincidenza, Sergio Leone deve aver visto Vera Cruz).
La regia e il montaggio serrato contribuiscono a non far mai calare la tensione, tra avventura, azione propriamente detta ed i bluff e le giravolte interessate dei protagonisti che animano in continuazione l'intreccio. Un punto di forza del western è certamente essere stato girato on location in Messico e non in uno studio hollywoodiano, il che conferisce grande realismo all'ambientazione. Fotografato splendidamente da Ernest Laszlo, ci trasporta nelle lande assolate e polverose in cui si muove la spedizione, tra le chiese spagnole coloniali e le imponenti piramidi di Teotihuacan e lo sfarzo incongruo della corte asburgica trapianta in America Latina.
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