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The Survivalist

Regia di Stephen Fingleton vedi scheda film

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La recensione su The Survivalist

di mck
8 stelle

Piccoli riti di fertilità.

Apocalisse in corso ("le Temps du Loup") - Vieni, c'è un nido nel bosco / 2 : "InTo the Forest" (BlackOut Permanente / Canada) – "the Survivalist" (Crisi Petrolifera / United Kingdom) – "It Comes at Night" (Pandemia / U.S.A.).

- “How many are there?”
- “Six.”
- “We have two shells and one bullet.”
- “Enough for us.”  

 

 

Il film.
Infografica sui titoli di testa. Ascissa = Tempo. Ordinata = barili di petrolio & capitale umano. La discendente curvilinea vettoriale non logaritmica ma uniforme della popolazione mondiale arresta la sua picchiata, trascinata giù dal crollo della disponibilità petrolifera, e si assesta al limite dell'estinzione sostenibile.

Pollicino e Hänsel e Gretel d'ogni età sono morti da tempo, divorati dalle fiere feroci e dalla fame, nulla hanno potuto intelligenza e fortuna, ed ora il pianeta ospita solo qualche genitore in fieri e in farsi (dopo aver abortito l'auto-aborto con un ferro appuntito in Zona "AntiChrist", "HoneyMoon" e "AntiBirth"), abbandonato dal mondo nel mondo stesso.

Intorno alla vecchia casa, i sentieri dell'orto. Dopo la fuga dal rifugio assediato e invaso, il fuoco. Oltre, lontano dal barricarsi dal caravanserraglio delle disumane genti (con tratti cannibalici), dagli specchi (il provare un senso di colpa nel riconoscere l'egoismo dell'istinto di conservazione e sopravvivenza e al contempo il bisogno di cedere alla presenza dell'altro da sé), il confine esteso della foresta. E poi, un altro recinto, a perdita d'occhio verso l'orizzonte. Per farne (mentre una maternità si spegne e un'altra s'accende abbandonando la "sorellanza" per il maschio alfa che a sua volta esaurisce il proprio compito "scegliendo" il sacrificio personale in favore della prosecuzione della famiglia/specie) giaciglio, scavandosi una tana, e ricavarne una culla. 

 

 

Note tecniche.
Opera d'esordio nel lungometraggio per Stephen Fingleton (regia e sceneggiatura) che proviene da una serie di ottimi cortometraggi (“Driver”, “Shirin”, “SLR”, “Magpie”) scritti (anche per altri: “Insulin”, “AwayDays”) e diretti nel lustro precedente.

 


Martin McCann (“the Pacific”), Mia Goth (“Nymph(')maniac”, “a Cure of WellNess”, “Suspiria”, “High Life”) – questi primi due già in “Magpie” (il germe da cui è nato “the Survivalist”, in pratica un side-prequel, e al contempo una variazione sul tema) al fianco di Olivia Williams – e Olwen Fouéré (“This Must Be the Place”) sono un cast ultra-affiatato e dei singoli validissimi.

 


Fotografia di Damien Elliott. Montaggio di Mark Towns.
Suono: supervising sound editor & re-recording mixer: Jamie Roden; production sound mixer: Chris Woodcock.
Musiche (titoli di coda) di Minus & Plus, aka Giorgio Ferrero e Rodolfo Mongitore (“Pietro”, “Sette Opere di Misericordia”, “Ruggine”).

 

 

* * * (½) ¾ - 7 ½

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Magpie”, 16', 2014 (***¾)

 

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