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Il Nemico - Un breviario partigiano

Regia di Federico Spinetti vedi scheda film

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La recensione su Il Nemico - Un breviario partigiano

di maghella
8 stelle

 

Chi scrive questa recensione è una fan dei CCCP e dei CSI.

Massimo Zamboni sfoglia l'ultima stesura del suo romanzo “L'eco di uno sparo”, ispirato alla storia di suo nonno materno, fascista ucciso dai partigiani. La sorpresa di scoprire una storia famigliare sconosciuta lo porta ad una lunga ricerca a ritroso nel tempo. Cosa è successo prima e dopo quello sparo nelle campagne emiliane?

 

Massimo Zamboni ritira alla posta un grosso pacco, tornato a casa lo apre davanti alla moglie e alla figlia. Il pacco contiene una cosa importante, non solo per la famiglia Zamboni, ma per la storia musicale italiana: tutta la raccolta dei vinili dei CCCP.

 

Oggi Massimo Zamboni può guardare con serenità a quella che è stata la sua storia personale con i suoi due gruppi musicali. Dopo la violenta rottura di quindici anni fa con i CSI, il musicista emiliano ha avuto un lungo momento di depressione, e mentre gli altri componenti continuavano il loro percorso musicale, Zamboni si era isolato cercando percorsi alternativi. Oggi il co-fondatore dei CCCP e dei CSI è riuscito a riunire il vecchio gruppo. A questa impensabile riunione manca l'altro leader Giovanni Lindo Ferretti, con il quale pare a oggi non esserci possibilità di incontro, anche se Zamboni dice a riguardo: “...Giovanni non c'è in questo momento!” e questo mi fa sperare. Al suo posto alla voce c'è Angela Baraldi, cantante valida che è riuscita a cucirsi addosso i testi difficili e personali del carismatico Ferretti.

 

Zamboni sfoglia così i suoi ricordi legati ai CCCP, e basta guardargli gli occhi per capire quanta importanza abbiano e quanto sia stato difficile riaprirli. “...agli inizi degli anni '80 andai a Berlino per un richiamo, una sera in una discoteca incontrai Ferretti. Mi fece leggere i suoi testi e capi che...” e qui comincia una avventura e una amicizia durata per più di vent'anni, un legame potentissimo che si è interrotto portando strascichi di sofferenza lunghi e penosi.

Oggi il musicista dei nuovi Ex-Post CSI ha fatto pace con il suo passato e può vedere con serenità una foto che lo ritrae con i vecchi CSI, cosa che non era riuscito a fare per molti anni.

 

Esattamente vent'anni fa in occasione del cinquantesimo anniversario della liberazione dall'occupazione fascista, i CSI tennero un concerto a Reggio, coinvolgendo tutta una serie di gruppi musicali loro amici. Un concerto entrato nella storia, anche se loro non poterono suonare alla fine per via di una pioggia torrenziale, si venne a creare una atmosfera unica e irripetibile. Oggi Zamboni con gli Ex-Post CSI cerca di ricomporre una nuova canzone in occasione del prossimo 25 aprile e di un altro concerto a Reggio.

Il documentario quindi nella seconda parte ha una svolta. Dopo che Zamboni ha fatto pace con la sua storia personale legata alla musica e a Ferretti, cerca di ripercorrere quella che è stata una storia a lui sconosciuta fino a pochi anni prima, quella di suo nonno fascista ucciso dai partigiani.

Una storia scomoda e che ha sorpreso non poco Zamboni, cresciuto nel rispetto della resistenza. Una contraddizione pesante, che lo ha portato a riflessioni profonde e ad una consapevolezza di sé piena ma tutto sommato serena.

 

Quello che più mi è piaciuto di questo documentario è stato vedere gli ex CSI a lavoro per comporre una nuova canzone. Massimo Zamboni, Giorgio Canali, Francesco Magnelli e Gianni Maroccolo sono persone molto differenti tra di loro, anche fisicamente. Dai tempi di Ko De Mondo hanno preso l'abitudine di comporre in cerchio, ed infatti è così che li vediamo nel vecchio Teatro Sociale di Gualtieri che li ospita per queste prove. Gli scontri e le discussioni sono all'ordine del giorno tra i 4 musicisti, ma la voglia di trovare un punto di incontro supera tutte le contraddizioni. Solitamente da queste divergenze e dalle loro sintesi nascono le cose migliori.

 

Il film gira intorno sostanzialmente ai ricordi, alle ricerche e infine ai progetti di Zamboni e del suo gruppo. Un musicista arrivato ad una maturità attraverso tante soddisfazioni ma anche a scoperte sofferte e a separazioni laceranti. Una persona sensibile che con semplicità si racconta e racconta quello che è il suo rispetto per quella che è stata la storia della resistenza e dei partigiani, gli stessi che gli hanno ucciso un nonno fascista tenutogli nascosto dai racconti famigliari, molto probabilmente per vergogna e pudore.

Una persona che trent'anni fa insieme a un giovane punk emiliano come lui, incontrato in una Berlino da sogno, decisero di dare un senso alla loro vita, utilizzando la musica, che non doveva essere un fine ma solo un mezzo per arrivare al loro scopo.

 

Bellissimo il finale, in cui il pensiero musicale di Zamboni diventa un brano arrangiato dalla piccola Banda di Quartiere che esegue il pezzo senza spartiti e alla fine si ferma in attesa di un commento. Qualcosa è cominciato.

 

Se c'è qualcosa che la storia di Ferretti e Zamboni mi ha insegnato è che c'è sempre la possibilità di cominciare un percorso nuovo differente, magari impensabile sino a qualche momento prima, ma possibile.

 

Massimo Zamboni

Il Nemico - Un breviario partigiano (2015): Massimo Zamboni

Note personali.

Non credo molto alle coincidenze, che spesso chiamo "magie"... 

 

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