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Il Nemico - Un breviario partigiano

Regia di Federico Spinetti vedi scheda film

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La recensione su Il Nemico - Un breviario partigiano

di MartinVenator
8 stelle

Si assiste come rapiti a questo bel film documentario così appartato, poco gridato, diffuso di pudori, rimpianti e soggezioni ma anche foriero di nuova vita, linfa espansa e spiritualità in lievi dosi; si frammista così, cercando di aggiornarlo nella ricorrenza dei vent'anni dopo, quello che fu un vero Materiale resistente con ricordi di vita passata, vissuta da una parte e dall'altra, e l'immaginifico progetto di un nuovo brano, fondamenta strutturale di quel che avrebbe dovuto e potuto essere e poi non è stato. Ricalcando così vecchie architetture dismesse ci avviciniamo come in estasi dentro quel Teatro Sociale di Gualtieri a Reggio nell'Emilia dove i nostri riprovano a dar nuova vita a quel che fu e mai più sarà. Post C.S.I. nasce così dalla scommessa di Massimo Zamboni, autore intimo, appartato, saggio e disilluso che chiama a raccolta una nuova interprete con lui sulle corde, Angela Baraldi, brava, bella e perfettamente calata nella parte, la chitarra feroce e distorta di Hiorgio Canali, distorto e feroce lui stesso, e due nobili vini toscani, Magnelli e Maroccolo, senza la cui direzione a niente si potrebbe approdare. Ed a niente infine si approderà, coi fantasmi di Ferretti a volteggiare inquieti ed una Ginevra di Marco mai nominata, così come Annarella, Damnatio memoriæ, mentre Fatur, ricompare, come ombra di se stesso. Così tra le mainconiche nebbie di questa Emilia padana e paranoica, così rossa e così vera, tra brutti ricordi di guerre civili e l'esigenza di metterli a fuoco per poterli infine superare, s'infrange il sogno di un autore, Massimo Zamboni, così schivo ed appartato, sicuramente da rivalutare. cui certo non difettarono caparbietà, coraggio e visionarietà, ma sempre con un piede a terra, al contrario di Lindo che continua a librarsi alto, solitario ed immaginifico, come da copione di sempre. 

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