Regia di Florian Hopf, Maximiliane Mainka vedi scheda film
Mezzora di intervista in compagnia di Rainer Werner Fassbinder, scatenato nel discorrere a 360 gradi di cinema, arte, vita.
Nel 1977, durante le riprese di Despair, RWF viene intervistato da Florian Hopf e Maximiliane Mainka; ogni dichiarazione del rocambolesco regista è, come sempre, una provocazione, una sentenza, una lezione, una sparata. Fassbinder è notoriamente uno di quei personaggi che si possono soltanto amare oppure odiare, estremo per scelta, inarrestabile e controverso, amante della polemica e (neppure a torto, in fin dei conti) pieno di sè. Un genio, in una parola. Qui riversa il suo astio verso una nazione che non l'ha mai davvero amato, ma che non ha mai neppure provato a capirlo (la sua Germania, naturalmente) e cerca invano di spegnere ogni polemica nei confronti dei colleghi, dei quali pare salvare in modo chiaro e certo soltanto Wim Wenders; al di là delle parole 'di troppo' o delle boutade fini a sè stesse, RWF parla anche dei suoi metodi di lavoro sul set, delle spinte creative che in lui furoreggiano, delle aspirazioni che ancora nutre, nonchè della sua folle, disperata bulimia lavorativa. Un documento prezioso per chiunque ami il regista tedesco, un buon approccio alla sua realtà umana e artistica per chi ancora non lo conosce. A intervallare le varie fasi dell'intervista ci sono riprese effettuate sul set di Despair (con Dirk Bogarde e Andrea Ferreol) e su quello del 1971 di Attenzione alla puttana santa (con Lou Castel). 6,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta