Ascesa e declino di Galeazzo Ciano, l'uomo che sposò la figlia di Mussolini e fu consigliere del Duce in qualità di ministro e di genero. Non venne ascoltato nei suoi timori verso le politiche estere hitleriane e finì per collaborare alla caduta della dittatura fascista, venendone suo malgrado travolto.
Bob Hoskins, Anthony Hopkins, Susan Sarandon, Vittorio Mezzogiorno, Franco Fabrizi, Annie Girardot, Fabio Testi, Barbara De Rossi (oltre agli altri interpreti): la coproduzione internazionale che sta alle spalle di questo Io e il duce ha le spalle davvero larghe e Alberto Negrin può permettersi di assemblare un kolossal storico contando su mezzi non indifferenti. Un kolossal televisivo (c'è anche la Rai fra le varie voci relative alla produzione del lavoro, oltre a emittenti francesi, tedesche, svizzere e americane), ma con chiare ambizioni cinematografiche, formalmente adatto al grande schermo. Tutto nasce dalla biografia su Galeazzo Ciano firmata da Giordano Bruno Guerri, che figura qui accreditato come consulente alla sceneggiatura di Nicola Badalucco e del regista; la ricostruzione è ben fatta e la messa in scena pecca solo di uno dei più classici difetti dei lavori per la televisione: la durata smodata, che diluisce la trama oltre ogni dire in questo caso, raggiungendo la lunghezza complessiva di poco meno di quattro ore (due puntate da due ore ciascuna, appositamente per la trasmissione sul piccolo schermo). Per il resto però nulla da eccepire: per Negrin - valido artigiano che si specializzerà in lavori di valore storico/civile - questo è l'apice della carriera, insieme a Il segreto del Sahara (1988, il suo lavoro successivo, sempre per la tv e anch'esso di grandi pretese, ma riuscita minore). 5/10.
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