Regia di Maria Arena vedi scheda film
Si apre scrutando dall’alto i tetti di Catania e immediatamente individua uno scarto dalla norma, dall’uniformità, qualcosa che non torna: soffitti sfondati, muri diroccati, poi, più in basso, porte murate e vicoli grigi, spogli, deserti. Dopo I fantasmi di San Berillo (2013), un altro doc torna a visitare le strade del rione a luci rosse catanese: Gesù è morto per i peccati degli altri prende il titolo in prestito a Gloria di Patti Smith, ma anche a una dissertazione teologica di Franchina, la prostituta transgender più devota del quartiere, studiosa del Vangelo e convinta che tutto quel che interessa a Dio sia salvare il cuore degli uomini. Anche Meri, Marcella, Wonder, Santo, Alessia e Totino pregano, molto. La camera di Maria Arena li pedina in una quotidianità ignota e ignorata, quando il giorno toglie il trucco e le parrucche, le famiglie allargate si alternano a una devastante solitudine, le pressioni per lo sgombero e la gentrificazione tolgono il respiro e minacciano notifiche di sfratto, qualche politico promette un’improbabile opportunità di riciclarsi come badanti, loro annuiscono e poi accendono ceri alla Madonna, organizzano processioni, percorrono la via Crucis sgranando il rosario. Qualche volta Arena sembra arrestarsi in superficie, forse per pudore, in altri momenti preme troppo forte sulle metafore religiose: ma non smette mai il coraggio di affondare nella contraddizione, di riportare i margini al centro dell'inquadratura.
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