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La corsa di Jericho

Regia di Michael Mann vedi scheda film

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La recensione su La corsa di Jericho

di emil
7 stelle

Larry Murphy è un detenuto che sta scontando l'ergastolo per omicidio. È un atleta formidabile, corre infatti il miglio al tempo dei migliori atleti olimpici, lo fa durante le pause concesse ai detenuti, lungo la rozza pista del penitenziario dov'è recluso. Il direttore se ne accorge e decide di dargli un opportunità per gareggiare contro atleti veri. Intanto, fra le celle, si delinea una pericolosa faida fra bianchi, neri e messicani.

Opera prima di Michael Mann nata per la tv ma pensata per il cinema ( girata infatti in 35mm) , dove poi, visto il successo, approdò, è un dramma umanitario ed umanista, quasi esistenziale sulla condizione dell'individuo che accetta le conseguenze delle proprie scelte, senza piegarsi mai.
Nel film questo è Larry Murphy ( ottimo Peter Strauss che divenne maratoneta veramente per Mann ) , ergastolano che mostra da subito la propria volontà ferrea di non piegarsi davanti a niente e nessuno, un urgenza morale che non conosce mezze misure , sotto qualsiasi punto di vista la si prenda, che si tratti di corsa o di reticenza alle regole imposte dal carcere. Una coerenza che deve rispondere solo a se stesso, che non ha bisogno di spiegazioni né di compiacere. Solo di un altra occasione.
Ecco perché Murphy corre.
Un gesto che ripete ciclicamente, necessario per affermare la propria sanità ed immunità rispetto ad un ambiente dominato dal caos.

Mann gira nel penitenziario di Folsom, fra detenuti veri, risse, tensioni e via dicendo. Compaiono nel cast Brian Dennehy ( il sadico sceriffo visto in Rambo) e Roger Mosley ( era il socio ed amico di Tom Selleck in Magnum P.I.). Un esordio con qualche ingenuità, tecnicamente ancora lontano dalle delizie future, ma che contiene già le tematiche principali del cinema del grande autore di Chicago.

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