Regia di John Milius vedi scheda film
A più di un decennio di distanza, Hollywood fa il verso al britannico "Lawrance d'Arabia" e, a mio avviso, fallisce su tutta la linea. Si prende spunto da un episodio realmente accaduto, la vicenda del rapimento, per inserire forzatamente il ruolo degli USA nella prima crisi marocchina. Stati Uniti d'America incarnati nello spirito grizzly dal suo presidente e che si rispecchiano nell'animoo libero del capo-tribù berbero, che ha il fascino tutto occidentale di Sean Connery. Arrivano i nostri, insomma, alla faccia dei cattivi tedeschi e francesi che ci rimediano una magra figura. Non mancano alcuni spunti interessanti, anche interni al "sistema" americano e la stigmatizzazione del colonialismo europeo vale la scelta registica di esaltare lo spirito berbero: Allah e Dio sono le stelle polari di due leader che si assomigliano nella voglia di indipendenza. Dunque, se storicamente si scade nell'ennesima revisione culturale targata Actor Studios, è anche nella produzione filmica che i limiti si fanno forti, con una pellicola a metà tra lo stile disneyano, con tanto di bambini a seguito, e la ricerca di un'epopea desertica dove si salva appena la colonna sonora. Alla lunga risulta anche noioiso, peccando perciò in spettacolarità.
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