Regia di Fabio Guaglione, Fabio Resinaro vedi scheda film
In una regione desertica e imprecisata dell'Asia due militari americani stanno conducendo un'operazione mirata a catturare un pericoloso capo talebano. Uno dei due (Cullen) salta su una mina e muore poco dopo. L'altro (Hammer) si ritrova con un piede su una mina nascosta sotto la sabbia ed è pertanto costretto a rimanere immobile. Dovrà attendere un tempo indefinito per poter sperare nei soccorsi. Nel frattempo, l'arsura, la mancanza di acqua e cibo e gli attacchi notturni di belve feroci metteranno a durissima prova la sua sopravvivenza.
Fabio & Fabio (come si presentano nei credits i due registi Guaglione e Resinaro) tentano una via diversa al cinema bellico targato Italia a partire dal casting, tutto americano, e dallo script, che strizza smaccatamente l'occhiolino al cinema a stelle e strisce. Operazione encomiabile sulla carta, se non fosse che l'intero film si impernia sulla performance di un attore dallo scarsissimo carisma, calato in una condizione analoga a quella vista in film come Buried (guarda caso, il produttore, Peter Safran, è lo stesso), Duello nel Pacifico, L'aquila solitaria, Cast away, 127 ore, Locke, The Martian, Vita di Pi e altri ancora. Per di più, la metafora del passo falso che fa da sfondo a gran parte del film è a dir poco elementare sicché Mine si risolve soltanto come un'acrobatica prova di montaggio, un virtuosismo che non lascia granché al di là dell'aspetto tecnico.
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