Regia di Fabio Guaglione, Fabio Resinaro vedi scheda film
Sia tecnicamente che concettualmente il primo film di Fabio e Fabio eccelle
Abbiamo una nuova coppia nel cinema "italiano": Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, due registi esordienti ormai conosciuti con l'appellativo di Fabio e Fabio e che con "Mine" ( da alcuni pronunciato main da altri semplicemente mine) sono favoriti ai David di Donatello, da una parte perché hanno contribuito a proseguire il percorso sui generis che stanno attuando i nostri director (dal cinecomic di Mainetti allo sportivo "Veloce come il vento" di Rovere), dall'altra perchè in contemporanea hanno raccontato una storia che non è fine a se stessa, non si riduce ad un semplice trap-movie, ma al contrario riesce sia a intrattenere e a comunicare tensione allo spettatore, sia a lanciare un messaggio bellissimo e importante: nella vita un ostacolo, ciò che ti blocca e ti trattiene nel dubbio è uguale all'altro; vuoi rimanere con un piede su una mina ed essere costretto ad aspettare per molte ore i soccorsi, vuoi trovarsi davanti i propri genitori in pessimi rapporti, si tratta sempre di prove che la vita si diverte a piazzare e nonostante tutto, il passo in avanti va fatto, una volta che lasci il piede fermo è finita. Nella campagna promozionale hanno promesso un semplice thriller valorizzato da un'interessante idea di base, ma la pellicola regala qualcosa di più: nel deserto in cui si trovano due soldati di ritorno da una missione fallita si materializzerà di tutto: insidie e sostegni, nemici e alleati, ricordi buoni e ricordi cattivi, ma soprattutto il più scontato tra i valori, la speranza. Il protagonista, interpretato da Armie Hammer (entrato molto nella parte), pur credendo di essere sfortunatissimo, scoprirà invece l'esatto opposto, grazie anche alle pillole di saggezza dell'intermezzo comico del film, impersonato dal simpaticissimo Clint Dyer. Fabio e Fabio hanno costruito dunque una sceneggiatura solida e hanno diretto in maniera sicura, tanto da non dover invidiare i thriller americani (va detto comunque che la produzione è americana/spagnola). Bella la fotografia di Villanova, appropriate le musiche di Balboni e Bonini e anche gli effetti digitali sono candidati ai David. Inoltre sono molte le scene in cui la tensione è alle stelle e non è escluso che a qualcuno potrebbe scappare una lacrimuccia. Un'opera davvero ben congegnata. Andiamone fieri.
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