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Mine

Regia di Fabio Guaglione, Fabio Resinaro vedi scheda film

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La recensione su Mine

di alan smithee
4 stelle

Difficile non pensare a Mine come a una cosciente riproposizione di quanto raccontato nel recente Passo falso. Operazione interessante x 2 registi italiani, che si sbriciola verso un finale barzelletta inaccettabile. Buona prova one-man-show x lo scultoreo Hammer.

locandina

Mine (2016): locandina

Un uomo solo, nel deserto, con un piede su una mina: i soccorsi che tardano ad arrivare, una bufera di sabbia che lo minaccia ulteriormente, la sete, la fame, il caldo ed il freddo che si alternano senza mezze misure, la guerra tutto attorno, le minacce di un ambiente di per sé ostile, un intervento di un uomo e poi di un bambino, sopraggiunti per caso.

Si potrà pure negare, o tacere, o non voler parlare di remake, riadattamento, rielaborazione, ma tutto quello che vediamo in Mine lo si è già visto, seppur con piccole varibili dinamiche di particolari e situazioni nel recente film francese franco-italino Passo falso, con l'interprete one-man-show Pascal Elbé.

Pure questo Mine ha curiosamente molto di italiano: i due registi debuttanti Fabio (entrambi) Guaglione e Resinaro, il produttore esecutivo, noto ed apprezzato regista Pasquale Pozzessere: soldi e apparato produttivo made in Usa, e divo parimenti stelle-e-strisce.

Armie Hammer

Mine (2016): Armie Hammer

Armie Hammer, Clint Dyer

Mine (2016): Armie Hammer, Clint Dyer

Ed Armie Hammer funziona molto bene: possente, bello, statuario, quasi regale così armato ed equipaggiato sino ai denti, eppure impotente dinanzi ad una minaccia incombente che ha appena maciullato il suo compagno di ventura: entrambi fanno parte di una squadra di cecchini di ritorno da una missione molto importante, tra l'altro finita male. Per questo forse, i soccorsi lo snobbano, prendono tempo, gli forniscono soluzioni di salvezza davver orisibili od offensive, per indurlo a risolvere questa sua impossibilità a muoversi.

Per oltre 3/4 di film la macchina riprende il volto dello sventurato: uomo caparbio, tenace, che non molla né si arrende tanto facilmente, né si abbandona tanto facilmente a inutili nervosismi o scatti di ira, soprattutto se si pensa all'affronto del suo reggimento e alla relativa prontezza di intervento dei soccorsi relativi.

Armie Hammer

Mine (2016): Armie Hammer

Armie Hammer

Mine (2016): Armie Hammer

A nuocere gravemente al film, e a renderlo peggiore del suo originale (o seconda versione, se si accetta una cronologia che vede quest'ultimo come film più recente tra i due), l'intervento di un personaggio indigeno davvero folkloristico, a partire dal doppiaggio inaccettabile italiano, che ce lo restituisce con le inflessioni paradossali di un ipotetico cameriere di Tara in Via col Vento.

E poi l'epilogo finale, che qui non si può certo anticipare, che risulta alla fine una vera e propria presa in giro per lo spettatore e per la dinamica stessa del film.

Poi che il film costituisca un esempio interessante di coproduzione che vede finalmente coinvolte forze e talenti italiani, questo è davvero un aspetto interessante che ci auguriamo non costituisca un caso isolato, ma al contrario una diffusa consuetudine.

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