Regia di Fabio Guaglione, Fabio Resinaro vedi scheda film
Devi andare avanti! ... Ah, scusa, l'ho già detto prima? Non ricordo bene...
Meno male che ho speso due euro, e cinque di pop corn...
... che fregatura!
Sul serio, questo film è veramente fatto male. Ma non male che dici "ma si dai, è che non avevano i mezzi!" o "non è un gran che ma si riconosce un certo impegno!". Questo Mine è montato, interpretato e soprattutto scritto coi piedi. Era da molto tempo che non mi annoiavo così tanto. Il finale poi è imbarazzante.
Le lacune maggiori a livello di sceneggiatura si trovano in tre punti: le caratterizzazioni dei personaggi, i dialoghi e il background del protagonista, un "espressivissimo" Armie Hammer (Mike).
1. I personaggi sono orribili, dall'amico furbo e felice al berbero del deserto. Quest'ultimo però ha di interessante una cosa, ovvero la sua filosofia di vita: devisempreandareavanti! Chi non ha ancora visto questo lungometraggio, ma non deve farlo per forza, sappia che questa frase è presente circa nel 70% delle battute. In più, il simpatico berbero, simpatico come il gabibbo per capirci, ha anche una figlia che è il personaggio più importante del film, ancora più del protagonista. Essa non parla, sorride solamente, vaeviene e, in un certo senso, plasma tutta logica - quel poco che c'è diciamo - del racconto attraverso segnali intuitivi. Gli unici input un minimo riflessivi che Min(n)e propone allo spettatore.
2. I dialoghi propongono, invece, un disagio allucinante alla - in questo caso - vittima. Per esplicitare, il "non ti arrampicare sugli specchi" qui arriva a "non marciare in un campo minato", tanto per restare in tema.
Non si riescono a provare tensione - e menomale che questo viene descritto come un thriller psicologico - tristezza, gioia, rabbia ma ciò che è grave, e che alla fine è la ragione fondamentale per cui questo film non lo apprezzo, è che dopo tutta la visione non si riesce a provare empatia per MikeMichael... o MichaelMike (questa non è mia, è una delle battutone del berbero, quello simpatico).
3. Hammer le passa tutte, da tempeste di sabbia ad assalti da parte di un branco di lupi, sopravvive più di tre giorni bevendo la sua urina ecc eppure non si riesce a provare compassione per quel povero disgraziato. Ma a questo c'è un perché: il paraculaggio, mi si passi il termine, è l'elemento primario che percorre tutto Mine, in quanto la pellicola narra la storia di un innocente, un bravo soldato, una persona amabile, sensibile e con dei gravi traumi infantili - chiaro no? Doveva far piangere! - che viene messo alla prova quasi da uno scherzo della vita, che in verità è dell'amico furbo e felice. Come nei ricordi del protagonista, in cui l'atto di genuflessione ricorre come forma del superamento dei vari ostacoli empirici passati, l'intreccio - che poi è lineare come uno spaghetto in busta - prosegue determinando le gesta del marine in difficoltà non solo come estreme ma come gesta eroiche.
Luicel'hafatta! Havinto! Nonhamaimollato! Hacontinuatoavivereperchéhacredutoinsestesso! ...
... e intanto il berbero se ne va, la figlia con lui, e quando si capisce per bene il ruolo dei soldatini dici "Ahhh!", e non ne puoi più dei flashback col padre, della scazzottata nel bar, della bionda, della radio, della vernice blu e di quella dannata granita alla fragola!
Se non si è capito niente, il che è probabile, queste sono le parole chiave del lungomentraggio aggiungendoci, ovviamente, il devisempreandareavanti!
Ecco perché si parlava di stare in ginocchio. Questo pover uomo sta quasi sempre messo così e non si prova pena per lui.
Com'è possibile?
Blablaeggiando sugli aspetti tecnici, i buoni Fabio&Fabio non inscenano male. Ho trovato diverse impostazioni d'inquadratura suggestive, aiutate certamente da scenografie meravigliose nella loro semplicità (sabbia...) e dalla buona fotografia, che sembra passare dall'ormai troppo consueto teal&orange ad un "teal&sand" - perdonatemi! - in cui i contrasti regalano un effetto nitido e piacevole nelle sequenze più luminose. Il problema arriva in fase di montaggio, non di ripresa, soprattutto nel finale: troppo frenetico, confuso e ripetitivo fino all'esaurimento.
Che dire infine di Mine?
Che è ridicolo. Con un buon comparto tecnico, colonna sonora compresa se si vuole ma, qualcosa, è veramente ridicolo!
Piatto, noioso e sgradevolmente sentimentale. Peccato... dico così perché sono pochi i film a cui metto un voto tanto basso, però quando ci vuole ci vuole.
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