Regia di Delmer Daves vedi scheda film
Un giovane e sua madre vedova si trasferiscono per lavoro in una piantagione del Connecticut: lei sposa un avido capitalista terriero, lui matura. C’è un po’ di Sirk (la Colbert ha un ruolo che sembra fatto per Jane Wyman), un po’ di Kazan (La valle dell’Eden) e un po’ di Minnelli (A casa dopo l’uragano) in questo melodramma familiare e agrario, ma il tutto viene servito in modo meccanico e superficiale: per es. Troy Donahue vive ben tre storie d’amore senza che ne venga approfondita una sola (va però detto che la versione vista in tv è pesantemente tagliata). Sarei tentato di dargli 2 stelle, ma mi sento di essere indulgente con certi film (come il precedente Scandalo al sole dello stesso Daves) che, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60, mostrano i primi germi di una futura evoluzione sociale: i figli non si riconoscono più nelle scelte dei padri e, sia pure in modo confuso e velleitario, tentano strade nuove.
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