Regia di Delmer Daves vedi scheda film
La ricetta dovrebbe essere infallibile. Sempre e comunque, un film in cui ci stanno di mezzo il sud d’America, i campi da coltivare, i cuori da infrangere, i corpi che sudano, le torbide pene famigliari è da considerarsi, di per sé, interessante. A priori. È l’estasi del melodramma. Proprio nella profondità radicata del sud trova la sua natura più estrema e disperata. Soffia il vento caldo che accarezza i volti con la sofferenza della passionalità. Peccato che il film sia solo parzialmente tutto questo. Illuminato da una fotografia meravigliosa, che dona esemplare plasticità alle incarnazioni umane e crea l’effetto per niente illusorio della vastità dei territori, vale assai di più sul piano formale che contenutistico. La trama, difatti, è un’accozzaglia di luoghi comuni – che, se cucinati meglio, sarebbero stati anche ingredienti gustosi di una ricetta malandrina – che non crea più di tanto la giusta parentela tra spettatore e soggetto filmico. Qua e là una certa atmosfera si ravvede nella sensualità della messinscena (specie nel rapporto tra fratellastri), ma Vento caldo non può che ritenersi un melodrammone convenzionale. Ultima fiammata sullo schermo per Claudette Colbert.
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