Regia di Francesco Ghiaccio vedi scheda film
Casale Monferrato, 2011. Luca (interpretato da Marco D'Amore che, reduce dal successo della serie televisiva Gomorra, dà qui prova di grande versatilità) e suo padre (Colangeli) non si rivolgono parola da anni. Il rapporto cambia quando il primo viene a sapere che il secondo si trova nello stadio terminale di un mesotelioma contratto lavorando per anni l'amianto in fabbrica. Con l'occasione, Luca concentra tutte le sue energie per far conoscere la vicenda della fabbrica Eternit che ha ucciso migliaia di persone senza che i padroni rivelassero nulla di ciò che sapevano sulla pericolosità dell'amianto. Ma per lui è anche l'occasione per affrancarsi dal lavoro di giullare per feste da ricchi e tornare a calcare il palcoscenico teatrale. Cinema di impegno civile con guizzi visionari di grande impatto (su tutti, la scena metaforica in cui il protagonista svuota sul palco interi sacchi di palline da ping pong), il film dell'esordiente Francesco Ghiaccio perde parte del suo potenziale in un fragile schematismo, con rivoli narrativi prescindibili, a cominciare dalla sottotrama rosa. Un'occasione parzialmente sprecata per raccontare un disastro sanitario e ambientale al quale la giustizia italiana ha aggiunto un'intollerabile quota di oscenità e iniquità.
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