Regia di Ettore M. Fizzarotti vedi scheda film
Gianni Nazzaro ha rappresentato una strana meteora nella musica italiana: esordiente nel 1965, neppure maggiorenne, visse la sua parabola artistica in una decade intensa, ottenendo i principali successi entro la metà degli anni '70. Poi, il silenzio o quasi; addirittura la stampa tacque la sua esclusione da Sanremo nel 1987 con Perdere l'amore, la medesima canzone - non un'omonima - che l'anno seguente presenterà pure Massimo Ranieri, trionfando e risalendo gloriosamente la china dopo un periodo buio. Polemiche a parte, questo film non è esattamente un musicarello, anche se diretto da Fizzarotti, lo stesso di In ginocchio da te, Perdono, Una lacrima sul viso (i film, complementi per immagini degli omonimi 45 giri di successo); Nazzaro è qui semplicemente un attore (non canta nemmeno la canzone dei titoli di testa e coda), impiegato in una commedia piuttosto banaluccia fatta di gag sui soliti soldati pasticcioni. Le scenette migliori sono, manco a dirlo, quelle di Franco e Ciccio, ma ci sono anche Lino Banfi, Nino Terzo e compare brevemente anche Nino Taranto.
In caserma arriva uno strano soldato, dalla parlata sospetta e che si rifiuta con varie scuse di spogliarsi davanti ai commilitoni: sotto i baffetti finti si cela infatti Nicoletta, chiamata per errore alla leva, ma presentatasi comunque per poter sorvegliare il ragazzo, medico farfallone della caserma.
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