Regia di Felix Van Groeningen vedi scheda film
Due fratelli gestiscono un locale, il Belgica, con idee molto chiare: fare soldi, ma soprattutto spassarsela. Sesso, droga, alcol e tanta musica dal vivo sono le costanti imprescindibili del Belgica. Naturalmente molto presto qualcuno si farà male.
Quinta regia per Felix van Groeningen, a quattro anni di distanza da Alabama Monroe (2012), Belgica è un lavoro sostanzialmente ingenuo, dotato di una trama piena di buone intenzioni ma anche di situazioni grossolane e personaggi tagliati con l'accetta. Nella sceneggiatura che il regista firma insieme ad Arne Sierens non sono poche, insomma, le cose che non funzionano, a partire dalla narrazione dispersiva, che si sofferma su momenti di discutibile interesse (le riunioni dei soci del locale, le esibizioni delle band) per poi troncare di netto la storia e farla ripartire dopo un cospicuo lasso di tempo (la ricostruzione del Belgica, il pre-finale) generando un certo effetto spiazzante nello spettatore. L'elemento di maggior interesse risulta pertanto la colonna sonora, parto dei Soulwax (curioso: anche qui si tratta di due fratelli belgi) che per l'occasione firmano sedici tracce con sedici nomi fittizi di gruppi/solisti, spaziando quanto più possibile dal rock alla dance, con una strizzata d'occhio sempre presente all'elettronica. Bene i due protagonisti Stef Aerts e Tom Vermeir, già meno apprezzabile la fotografia perennemente cupa di Ruben Impens, funzionale al racconto eppure pesante all'eccesso data l'ampia prevalenza di scene in interno - e principalmente all'interno di una discoteca. Al termine della visione qualche perplessità rimane (che ne sarà del processo per il pestaggio? che bisogno aveva Frank di darsi direttamente al barbonaggio?), a testimonianza di alcune falle o approssimazioni logiche non da poco nella scrittura del lavoro. 3,5/10.
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