Regia di Felix Van Groeningen vedi scheda film
Jo e Frank,fratelli che più diversi, caratterialmente e fisicamente, non si potrebbe, convergono le loro strade per intraprendere la gestione del nuovo club più tosto del paese: il Belgica. Successo travolgente, poi caduta rovinosa verso una bancarotta dettata dagli eccessi e dalla incapacità di gestire saldamente un cavallo in corsa senza freni.
Dopo la commedia bizzarra e spassosa “La merditude des choses”, successo a Cannes di circa dieci anni fa con tanto di corteo di ciclisti nudi in piena Croisette, e dopo il successo del melodrammatico Alabama Monroe, candidato all'Oscar a cui La grande bellezza ha soffiato (a mio avviso pertinentemente) l’ambita statuetta, torna a farsi vivo il noto e talentuoso regista belga Felix Van Groeningen, con un film sulla tormentata genesi e conduzione di un noto locale nella città di Ghent.
Tale club, che diverrà il fulcro delle attività musicali rock-underground e vero e proprio richiamo cittadino di rilievo, ha il pregio di riunire due fratelli da tempo interdipendenti e reciprocamente disinteressati uno dall’altro: il più giovane, Jo, orbo di un occhio per un banale quanto cruento incidente sui banchi di scuola, gestisce un piccolo locale chiamato Belgica, mentre il più maturo, Frank, si divide indaffarato tra la gestione non proprio brillante di una rivendita auto e un canile, aperto su insistenze della moglie.
Stufo di quei due lavori, Frank decide di farsi rivedere dal fratello e di aiutarlo nella gestione. Le sue manie di grandezza lo portano a fantasticare su un nuovo grande locale che si trova nei pressi dell’abitazione del fratello: in poco tempo lo rileveranno e lo ristruttureranno dando vita ad un nuovo “Belgica” imponente, che, frequentato dalle più note star del rock nazionale, attirerà clienti a ondate.
Ma non tutto andrà veramente per il meglio e, tra tirate di coca e eccessi incontrollati, creste e spese dissennate, la gestione del locale creerà un buco incolmabile che produrrà anche la definitiva separazione tra i due fratelli.
Musicato efficacemente ed energicamente da un gruppo chiamato Soulwax che ne ha curato e firmato l’intera dinamica ed avvincente colonna sonora, Belgica segue la vicenda altalenante del successo e della rovinosa caduta forte di un ritmo sostenuto e di una regia attenta a valorizzarne ritmi e scansione delle vicende: presentato all’ultimo Sundance festival, il film si è aggiudicato, con una condivisibile pertinenza, il premio della Migliore regia, riservando a Van Groeningen un probabile ulteriore successo ed un tassello positivo che va ad aggiungersi alla sua ancora giovane ma promettente carriera di cineasta.
Nel ruolo dei due fratelli, Stef Aerts nel ruolo del giovane e smilzo Jo, dinamico, sveglio e realista e dallo sguardo condizionato dalla palpebra semichiusa e Tom Vermeir in quelli del corpulento e travolgente, caotico e un po’ dispotico Frank, appaiono molto validi e credibili per quanto così fisicamente eterogenei e quasi opposti per ricoprire il ruolo di due fratelli separati dalla vita e riunificati dall’opportunità e dal successo.
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