Regia di David O. Russell vedi scheda film
Joy ha sempre dovuto lottare con le difficoltà del suo ambiente familiare, vive un’esistenza inespressa ma sa di meritare qualcosa di meglio: così, quando inventa il mocio lavabile per i pavimenti, decide che quella è l’occasione della sua vita. La vera storia di Joy Mangano fornisce lo spunto per l’ennesima variazione sul tema del sogno americano: è un film che non sarebbe dispiaciuto (troppo) a Capra, con una protagonista che indiscutibilmente suscita empatia. Certo, è molto discontinuo: la prima mezz’ora se ne va tra la rievocazione degli antefatti e la definizione dei soliti prevedibili comprimari (due genitori irresponsabili, una nonna complice, un marito buono ma incapace, un’amica del cuore), l’ultima mezz’ora si perde fra intrighi della sorellastra e complicate questioni di brevetto; la parte migliore è quella centrale, con l’istrionico Bradley Cooper che presenta il rutilante mondo delle televendite. Il finale fa capire bene una cosa: forse, più ancora che nel successo, il sogno americano consiste nel successo ottenuto rimanendo sé stessi; un capitalismo dal volto umano, ossia l’impossibile quadratura del cerchio (ma che al cinema può ancora funzionare).
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