Regia di David O. Russell vedi scheda film
O. Russell, nel raccontare una vicenda che esalti il "girl power", si perde invece in una celebrazione dell' "American Way of Life" ormai fuori tempo massimo.
Arrivato ormai al suo nono lungometraggio, David O. Russell gioca sul sicuro e si affida per la terza volta al trio composto da Jennifer Lawrence, Robert De Niro e Bradley Cooper, che tante soddisfazioni gli ha regalato recentemente dal punto di vista degli incassi e dei riconoscimenti.
Tuttavia, questa volta, il risultato non convince.
Sia chiaro, il comparto tecnico è di tutto rispetto e lo statunitense si conferma un discreto regista.
E' invero ottima la direzione degli attori (bravissima, al solito, la Lawrence), azzeccata la scelta delle musiche, notevoli i costumi e anche la scengorafia.
Questo Joy presenta però due enormi falle.
Da un lato, il film si presenta carente di idee a livello visivo.
Mancano, ad esempio, quei sinuosi e dinamici movimenti di macchina che rendevano American Hustle una pellicola di tutto rispetto.
O. Russell punta tutto sulla performance dell'attrice protagonista e, non a caso, a rimenere impressi nello spettatore sono, unicamente(!), proprio alcuni primi piani su quest'ultima.
Dall'altro lato c'è un sostanziale problema narrativo nella resa del soggetto.
Oltre infatti alla nobile intenzione di raccontare una storia che esalti il girl power, dalla pellicola emerge anche, se non soprattutto, una voluta e sincera celebrazione, nemmeno tanto velata (anzi!), dell'American Way of Life che, se magari di per sé non è un male, ormai risulta essere fuori tempo massimo.
E se anche l'Academy quest'anno se ne è accorta, è tutto un dire...
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