Regia di David O. Russell vedi scheda film
Fin da bambina Joy Mangano (Lawrence) dimostra grande fantasia e pragmatismo: inventa e ripara di tutto, ha delle buone idee e determinazione. Peccato che nella famiglia disfunzionale nella quale vive - una madre (Madsen) perennemente incollata allo schermo televisivo a guardare soap operas, un padre (De Niro) separato e babbeo a caccia di dote e una sorellastra virago - nessuno creda nei suoi progetti. Fino a quando Joy non inventa un modo rivoluzionario per pulire la casa: il mocho. La nuova compagna del padre (Rossellini) ne finanzia l'affare, un ambiguo agente televisivo (Cooper), dopo molte resistenze, ne vede schizzare alle stelle gli ordini, ma la donna nel frattempo viene frodata, defraudata e rimane vittima di peculato. A credere in lei resteranno soltanto il suo ex marito (Ramirez) e la sua migliore amica.
Alla sua terza regia con la terna Lawrence-Cooper-De Niro (dopo Il lato positivo e American Hustle), il regista David O. Russell racconta la più trita e fiabesca variazione sul Sogno Americano ispirata alla vera storia di Joy Mangano e ambientata nella Long Island dei primi anni '90, tra televendite e la voce off di una nonna che è l'unica presenza affettuosa nella vita della protagonista. La quale, come al solito, è completamente inespressiva, perennemente imbronciata e al servizio di un plot zuccheroso sul mito dell'imprenditore incompreso (siamo dalle parti di Tucker e Flash of genius), non privo di svolazzi onirici, ma capace di assorbire l'attenzione dello spettatore nonostante i personaggi siano poco più che caricature.
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