Regia di David O. Russell vedi scheda film
La storia di Joy Mangano (Jennifer Lawrence) è introdotta e narrata attraverso la voce fuori campo della nonna Mimi (Diane Ladd), tramite l'espediente, usato in 'Viale del tramonto' prima e 'American Beauty' poi, - che scopriremo a poco più di metà narrazione - di una persona che ormai non c'è più: la vedremo bambina, già con una fervente fantasia e predisposizione a ingegnarsi per creare qualcosa di utile, poi ragazza alle prese con una famiglia disfunzionale, genitori divorziati, con madre (Virgina Madsen) affetta da dipendenza da soap opera e padre (Robert De Niro) alle prese con una ditta a conduzione familiare, dove lavora la rancorosa sorellastra Peggy (Elisabeth Rohm), e la sua nuova compagna Trudy (Isabella Rossellini), un ragazzo sudamericano nullafacente, Tony (Edgar Ramirez), che subito sposerà e da cui altrettanto velocemente divorzierà, consentendogli in ogni caso di vivere nel seminterrato. L'unica a credere in Joy è appunto la nonna, che fa dà voce narrante, quando inventerà una scopa, la miracle mop (da noi Mocio) che risolverà tanti problemi alle casalinghe, e si batterà per vedere riconosciuto il suo ingegno.
Nel soggetto, intriso del mito del sogno americano, c'erano tutti i crismi per un'opera memorabile ma, a conti fatti, il film di David O. Russell si rivela 'solo' una piacevole ma esile favoletta che rimanda nella struttura ai film di Frank Capra, con inizio idilliaco e toni scanzonati da commedia, svolta drammatica nella parte centrale, in cui la situazione narrata prende una brutta piega, per culminare in un accomodante finale dove generalmente tutto si aggiusta per il meglio, ma che del regista nativo della Sicilia, i cui capolavori hanno resistito all'usura del tempo, ha mutuato unicamente la bravura nella direzione degli attori, mancando tanto nella resa drammaturgica, con scompensi fra parti da commedia e altre drammatiche ed altre ancora favolistiche, che ammantano tutta la pellicola, quanto in quella narrativa, con continui cali di ritmo, al contrario dei modelli, ancora oggi esempi insuperati di perfetti meccanismi ad orologeria, dovuti anche alla durata francamente spropositata.
Riuscito il ritratto familiare al limite del grottesco, con personaggi interessanti e ben definiti, in parte la critica della società americana basata sulla spettacolarizzazione televisiva di qualunque cosa od evento, ma per quanto riguarda il tema centrale della scintilla che scocca e della genialità potenzialmente insita in ogni persona il film sbanda malamente, in una concatenazione troppo meccanica di eventi.
Per film trattanti argomenti simili meglio 'rispolverare', dato che siamo in tema, opere come 'Tucker' di Francis Ford Coppola oppure il più recente 'Flash of Genius' di Marc Abraham.
Un plauso al cast nella sua coralità: Jennifer Lawrence, ormai attrice-feticcio di Russell, convince appieno - nonostante sia un po' giovane per la parte - nel ruolo di questa donna determinata a perseguire i suoi sogni, al fronte di avversità di qualunque sorta; Robert De Niro, che grazie al regista evita quel campionario di mossette e gigionerie con cui ci ha abituati in questa parte della sua carriera e si regala, dopo 'Il lato positivo', un altro bel personaggio; Bradley Cooper, incisivo come animale televisivo, seppur sacrificato dal basso minutaggio; Virginia Madsen, teledipendente 'drogata' di soap e telenovele; Diane Ladd, attrice veterana che ci conduce per mano nella storia.
Un mancato buon film.
Voto: 6,5.
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