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Joy

Regia di David O. Russell vedi scheda film

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La recensione su Joy

di alan smithee
6 stelle

La necessità aguzza l'ingegno: la storia del sogno americano si materializza nell'avventura tutta luci ed ombre, sali-scendi dell'intraprendente Joy Mangano, a cui una splendida Jennifer Lawrence dà volto e corpo con tutta la prorompente vitalità e fisicità che l'hanno resa ormai star tra le più acclamate e premiate di Hollywood.

Al sogno americano i suoi cittadini non finiscono mai di credere e Joy, titolo che prende il nome dalla sua dinamica e intraprendente protagonista di origini italiane, Joy Mangano, ne celebra nuovamente, nei fasti come nella disfatta, le sue celebrate fondamenta.

Ragazza madre con bambina piccola a carico, figlia di genitori separati, con una madre sempre chiusa in casa persa nella visione di soap e serials alla Dynasty o Falcon Crest, un padre che si è fatto da tempo una nuova famiglia e con una nuova moglie affarista e diffidente, una nonna amorevole e l’unica in grado di comprenderla e sostenerla col cuore, Joy inventa e brevetta un mocio perla pulizia dei pavimenti destinato a rivoluzionare il mercato degli articoli per la pulizia domestica degli States.

Il vero problema è come trovare i soldi per produrlo su vasta scala, e ancor più come farsi conoscere alla massa: per il primo problema interviene la famiglia del padre; per il secondo la ragazza prende contatti con un estroso e piacente organizzatore di aste, che troverà il modo di farla diventare una delle più grandi imprenditrici d’America fattesi da sole.

In un’altalena di alti e bassi, successi e fregature, intrighi familiari e invidie, gelosie, speculazioni da parte dei fornitori, la linea di prodotti di Joy riuscirà finalmente a garantirle un impero economico che suggella una volta per tutte che il sogno americano è possibile e raggiungibile anche solo lungo una sola vita.

Il dinamico regista David O. Russell raduna anche stavolta, come è ormai sua consuetudine, un cast stellare che non può che attrarre l’attenzione su di sé: Jennifer Lawrence e Bradley Cooper, ormai coppia di fatto al cinema, non solo con O. Russell, funziona già dal punto di vista fisico e non è una novità. La Lawrence ha l’appeal perfetto per impadronirsi della vicenda e farsi strada distanziando i molti sacri che la circondano e le lasciano intelligentemente lo spazio che si merita.

Si aggiunga anche stavolta in Robert De Niro scientemente misurato e sottotono, e ancora una maliarda egocentrica e diffidente che ha il volto sempre fascinoso di Isabella Rossellini, oltre che la splendida Diane Ladd, la nonna (un cast almeno parzialmente ed irresistibilmente - ma forse anche casualmente - "lynchano", come ha già fatto notare opportunamente qualcun'altro) e una vulnerabile e zuccherosa Virginia Madsen nei panni della madre teledipendente.

Tra il cast imponente di cui sopra, poi, come non citare una delle icone del serials e del mondo delle soap americane anni '80 e '90: la reginetta delle capigliature laccate e della spallina imbottita, ovvero l'avvenente "barbie" in carne ed ossa Donna Mills (classe 1940, splendida al limite dell'irreale a quei tempi, ma ancora di gran bell'aspetto ora), impegnata in un ruolo secondario certo, ma non proprio di contorno e comunque sempre pertinente al mondo plastificato e commerciale della televisione.

Donna Mills

12 Gifts of Christmas (2015): Donna Mills

Tornando al film, rileviamo che Joy procede nella narrazione con il solito accumulo di situazioni che, nel bene come nel male, contraddistingue molte pellicole di O. Russell; ma il film convince soprattutto, oltre che grazie al già citato potente cast, alla accurata, sferzante raffigurazione di un’America sottomessa alle ragioni del consumismo e al potere dissuasivo e stordente della televisione: colei che irretisce e condiziona, causa dipendenza finendo per appiattire ogni esistenza, uccidendo gli stimoli vitali più genuini e razionali di tutti coloro che vi si abbandonano senza precauzione. Questo ultimo aspetto rimane solo un inciso nell'ambito della vicenda, ma è tuttavia uno dei tasselli più interessanti che affiorano dalla storia.

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Ultimi commenti

  1. Eric Draven
    di Eric Draven

    L'hai visto in streaming? Pare che nello streaming sia stato tagliato di 11 minuti. Nel film integrale, sono presenti la scena del matrimonio, quella in barca e numerosi flashbacks della famiglia all'inizio?

  2. alan smithee
    di alan smithee

    Ciao. No l'ho visto al cinema in Francia. E direi che queste scene da te citate ci sono, per quanto alcune di esse magari non proprio essenziali ai fini della storia nel suo complesso.

  3. Eric Draven
    di Eric Draven

    Grazie per l'informazione, Alan. Ti mostro questo link, che fa parte del mio blog. Come vedrai, ci sono delle sequenze dal film, che però nella versione tagliata ho visto appunto mozzate. Puoi dirmi, se ti ricordi, se compaiono integralmente così come le vedi?

  4. alan smithee
    di alan smithee

    Si ci provo....ma prima devi mandarmi il link :-)

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