Regia di Oliver Stone vedi scheda film
Stone è un grande e questo film lo conferma
Oliver Stone è un mago dei film di denuncia politici, tratti dalla realtà, è questa pellicola non delude di certo. È più coinvolgente della migliore spy story e per tutto l'arco della sua durata (che pure è notevole) l'unico rischio è dimenticare che si tratta di una storia vera, per di più ancora in corso e non risolta. C'è azione, ritmo, rabbia, polemica e persino sentimento; un uso strepitoso del mezzo, che conferma la bravura del regista. E poi c'è quel voler andare a fondo, quel non arretrare di fronte alle icone del potere, che può piacere o irritare, ma che rimane il marchio di fabbrica di Stone: qui a uscirne malconci sono soprattutto Obama e la Clinton che, probabilmente, mentre girava il film, Stone vedeva come la prossima presidente USA (a questo proposito, si sconsiglia di uscire dal cinema quando iniziano i titoli di coda, perché sono accompagnati da alcune interessanti affermazioni della suddetta). Recitazione del protagonista impeccabile, da Oscar - se qualcuno si azzardasse a dare un Oscar a un film così polemico nei confronti degli USA - e anche dei comprimari. Unica pecca: la protagonista femminile. L'attrice che interpreta la fidanzata di Snowden è decisamente scialba: quando, alla fine del film, appaiono le foto della vera fidanzata, che risulta essere molto più bella e, dalle foto, ha un aspetto anche molto più simpatico, ci si domanda come mai la scelta di Stone sia caduta su questa giovane attrice pressoché sconosciuta, che non dimostra eccezionali abilità interpretative, e poco plausibile nel ruolo.
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