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Snowden

Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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La recensione su Snowden

di leporello
6 stelle

"Che vi serva da monitoR!" (il mio amico Marcello).

   I tempi della distribuzione italiana hanno fatto sì che, a distanza di poche settimane l’uno dall’altro, uscissero “Lo and Behold” e “Snowden”. Se Werner Herzog non era riuscito a metterci in guardia dalle insidie connesse (è proprio il caso di dirlo) alla globalizzazione della tecnologia, non poteva fallire Oliver Stone (almeno in questo intento) dando voce a corpo alla storia recente di Edward Snowden, l’uomo che ha fatto arrossire per un attino tutta la classe dirigente degli USA con le sue improvvise rivelazioni sullo spionaggio segreto informatico multilivello. Classe dirigente che, peraltro, dal Presidente Obama in giù non fece una piega davanti a questa cannonata e, con poche fiorettate di diplomazia, spedì il signor “No One” Snowden fino al confino volontario in Russia, dove risiede tutt’ora, probabilmente nemmeno più ricercato.


   E non so se il monito principale di questa storia sia quello di riflettere su ciò che siamo diventati oggi tutti noi, entusiasti o anche solo forzatamente assuefatti della/alla nostra costante interconnessione full time, di renderci consapevoli che questa nuova modernità dalla quale non sapremo mai più tornare indietro non è solo una bella comodità, ma è anche la migliore trappola per topi che “Il Potere” abbia mai innescato nella storia dell’umanità, o non sia piuttosto quello di renderci consapevoli, se anche le rivelazioni di Snowden non sono riuscite a cambiare nulla,  che la partita è irrimediabilmente persa, e che forse (magra consolazione) possiamo anche smettere di lamentarci delle innocenti “Ads” con cui ci tormentano i vari gùgol ogni minuto, e cominciare ad essere consci del fatto che ogni minimo dettaglio, ogni nostra stupida foto delle vacanze, ogni tag, ogni like, ogni nostro click sulla tastiera è tracciato, conosciuto, eventualmente usato, dovesse servire,  anche contro di noi.


   Per quel poco che so e ricordo di Oliver Stone, massiccio combattente di stampo comunista, probabilmente le intenzioni del film non erano queste: la rotta che il regista da alla vicenda non pare voglia virare verso la rassegnazione e, fino alla fine, la figura di Edward Snowden, che pure non viene affatto disegnata (molto opportunamente, direi) coi tratti dell’eroe, rimane quella di una persona disincantatamente idealista, che dubita pur senza esitare, e che comunque agisce e si adopera per una “giustizia” alla quale non si sa voglia davvero credere, ma alla quale tende quasi soltanto per un principio ineludibile di chissà quale Legge della Fisica: insieme pregio e difetto della sceneggiatura, è quello di non saper spiegare fino in fondo allo spettatore il “perché” Snowden abbia deciso ad un bel momento di vuotare il sacco, e men che meno (ma questo non può certo essere addebitato alla sceneggiatura realizzata da Stone) che cosa si aspettasse da questo suo agire.


  Un po’ Harry Potter rubato alle favole (il bravo Joseph Gordon-Levitt gli somiglia), un po’ Braveheart, un po’, se vogliamo, anche uno di quei non-eroi da cui Werner Herzog avrebbe saputo trarre uno dei suoi magnifici documentari biografici se solo il personaggio non fosse stato così tanto esposto alle cronache mondiali, Snowden (persona)  ne esce in modo semplice, come fosse un qualunque bravo ragazzo, mentre “Snowden” (film) si lascia tutto sommato apprezzare grazie ad un mestiere che a Oliver Stone certo non manca (ho notato alcune fulminanti zummate brevissime che tendono a porre l’accento non so bene dove, ma che forse danno la cifra della beatitudine incantata e un po’ drogata in cui versano, ormai, galleggiando come una ninfea appassita, i vecchi comunisti come lui), e ad una scrittura filmica molto classica, saggiamente poco pretenziosa, come fosse semplicemente uno dei tanti articoli di giornale che riportarono dettagliatamente  dell’Affaire Snowden e coi quali, da Obama in giù (o in su), tutti i Potenti ci si sono puliti il culo (scusate, m’è  uscita...).   

 

Anche su mamononmamo.blogspot.it

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