Regia di Mario Costa vedi scheda film
Ginna Maria Canale salva il film dalla monotonia piratesca di quegli anni nostalgici.
Vecchio film sui pirati nostrano che oggi fa tenerezza per quant'è povero di trovate e ricco di belle figliole. Si continua, infatti, qui la tradizione delle piratesse vendicatrici in stile "JOLANDA LA FIGLIA DEL CORSARO NERO", ma a colori, anziché in bianco e nero, e con la brava spadaccina Gianna Maria Canale al posto di May Britt. In un ruolo marginale, ma non troppo, l'altrettanto bella Moira Orfei e in quello di antagonista, che contende alla Canale il cuore del bel conte Massimo Serato, la bionda Scilla Gabel. Non può mancare il cattivo tiranno, qui impersonato da Paul Muller (doppiato in italiano corretto, perché sono ancora lontani i suoi exploit fantozziani dove l'attore si doppiava da solo con quel suo inconfondibile accento italo-tedesco), anche se è un dilettante rispetto ad altri antagonisti dei film pirateschi. Giustino Durano diverte col suo servitore pauroso agli ordini di Serato, mentre il caratterista/maestro d'armi Franco Fantasia sembra fare le prove per il suo Van Stiller de "IL CORSARO NERO" di Sergio Sollima, del 1976 (praticamente un kolossal con tutti i crismi, rispetto a questa pellicola), nel ruolo di uno dei fidi della ciurma innamorato della Canale, ma da lei non ricambiato. A tratti pare più un film sul conte veneziano di Massimo Serato, che sulla bella corsara della Canale, la quale, però non disdegna la schiena quando, per poco, i boia non la fustigano. Film di genere che un tempo andava per la maggiore, ma che oggi viene relegato ad orari mattutini e/o notturni.
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