Regia di Jodie Foster vedi scheda film
Kyle Budweell (Jack O'Connell) è arrabiato ma non è in cerca di vendetta ma bensì di risposte.
Vuole sapere come è stato possibile perdere 800 milioni di dollari da una finanziaria americana in un solo pomeriggio lasciando sul lastrico centinaia di piccoli investitori come lui.
Ed è con queste intenzioni che, armato di pistola e giubbotto esplosivo, prende in ostaggio il conduttore Lee Gates (George Clooney) di Money Moster, programma TV becero e piacione sul mondo dell'economia, e i suoi collaboratori per trasformarli, in cambio della propria vita, in veri e propri giornalisti investigativi.
Ma tutto è show business e lo stesso sequestro viene trasfigurato e trasformato in favore della telecamera e dei dati di ascolto.
The show must go on.
Atto di denuncia contro lo strapotere della finanzia e sulla spettacolarizzazione della cronaca e del giornalismo più cinico e di facciata, Money Moster è un film che tenta di coniugare intrattenimento e denuncia ma si presenta con qualche ingenuità di troppo, vedi soprattutto la parte riguardante l'indagine investigativa, sbrigativa ed eccessivamente semplificata, e che a una prima parte abbastanza valida segue un iter conclusivo che rinnega parte della sua stesse intenzioni spettacolarizzando il finale con trovate ad effetto e soluzioni improbabili (vedi la "passeggiata" finale di sequestratore e sequestrato per le strade di NY scortati dalla polizia talmente farsesca da rasentare il ridicolo).
Non era comunque facile mettere insieme un thriller finanziario e una denuncia sul giornalismo e l'ombra di cinismo e di ineluttabilità che, comunque, attraversa il film è probabilmente la sua parte più riuscita ma è un vero peccato che Jodie Foster e i suoi sceneggiatori non abbiani mostarto fino in fondo il coraggio di approfondirne le critiche sociali.
Il mondo della finanza, ad esempio, con i suoi meccanismi ambigui e la spietatezza dei suoi faccendieri rimane poco sviluppata e non aggiunge niente che non sia già stato visto in passato. E anche molto meglio.
Anzi, il personaggio di Dominic West, alla fine, appare più come una specie di macchietta che non come uno spietato criminale.
Qualcosa di più è invece riservato al sistema dei media e della comunicazione: un universo feroce e implacabile come e più di quello delle banche, pronto a trasformare anche un evento del genere in semplice intrattenimento ad uso e consumo dello spettatore, e prontissima a lucrare senza esitazione sulle miserie umane e sulla vita delle persone.
Una dimostrazione di cinismo che alla sua regista, invece, è venuta a mancare.
Buona la prova dei protagonisti con George Clooney a tratteggiare la parabola di un idiota costretto suo malgrado a trovarsi dalla parte dell'eroe e Julia Roberts come la sua sodale "spalla". E con un occhio rivolto sempre all'odiens.
VOTO: 6
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