Regia di Rob Hedden vedi scheda film
In una saga ripetitiva e interminabile come quella di “Venerdì 13”, anche una piccola variazione quale un cambio dell’ambientazione può fare la differenza.
O quanto meno… avrebbe potuto farla. L’ottavo capitolo della serie, infatti, si rivela in parte fallimentare e questo in primo luogo a causa di un abbassamento ingiustificato e imperdonabile dell’asticella dello splatter: poco ci interessa se gli omicidi aumentano a dismisura rispetto ai capitoli precedenti (la conta dei morti, scopo principale della maggior parte degli spettatori di questo film, non lascerà delusi), quando il sangue scorre a rilento e le uccisioni sono spesso e volentieri talmente ridicole da far venir voglia di tirare una ciabatta sullo schermo (l’uccisione del professore, così come quella del ragazzo di colore, nonché la gravissima mancanza del famigerato machete, sostituito qui da barbari strozzamenti o dalla pietra rovente di una sauna!).
Altra pecca è la recitazione di gran parte degli attori, inaccettabile persino per questo tipo di pellicola.
Nonostante presentato in questo modo possa sembrare uno dei peggiori capitoli della saga, mostra alcuni piccoli pregi che almeno in parte lo salvano dall’oblio, tra i quali menziono l’ambientazione nella nave da crociera, funzionale e per nulla scontata.
A tal proposito devo però avvertire chi ancora non avesse visto il film del titolo pseudo-fuorviante, giacché i protagonisti approdano nella Grande Mela solo dopo un’ora dall’inizio! Nonostante ciò, Jason che si aggira nella metropolitana ha un certo suo fascino ed è davvero simpatica la sequenza dove – appena arrivato a Manhattan – fissa perplesso un cartellone dove vi è raffigurato un giocatore di Hockey che indossa la stessa sua maschera.
Guardando al passato della saga, e non per forza al capolavoro che fu il primo “Venerdi’ 13”, si finisce per rimpiangere anche buoni prodotti come il quarto capitolo.
Ma nel complesso si tratta di un’opera in tutto e per tutto figlia dei propri tempi, che farà comunque la gioia dei (soli!) fan.
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