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Venerdì 13: incubo a Manhattan

Regia di Rob Hedden vedi scheda film

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La recensione su Venerdì 13: incubo a Manhattan

di scapigliato
6 stelle

Per la cronaca esiste un "Jason 9", che va all'inferno; un "Jason X" ambientato nel futuro; e la contaminazione con il mito di "Nightmare" uscita quest'anno da noi in Italia. Tutto questo per chiedersi: ma non è il caso di smettere?
Credo fortemente di no. E' vero, ormai dal 5° episodio in avanti non si fa altro che scadere, ma la contaminazione con Freddy Krueger, e l'episodio futuristico, fanno sperare in felici varianti della serie. Parentesi: "Freddy vs. Jason" è molto buono come film, perchè tiene alta l'idea base dello slesher-movie, e gioca intelligentemente con il "mito" nella sua accezione originale. Purtroppo in questo 8° episodio della saga, non solo trama e personaggi sono ormai inflazionati, visto il ricalco del clichè di sempre, ma lo stesso Jason, unico vero superstite dei disastrosi capitoli 5-6-7, qui, scade anche lui senza vie d'uscita. Nessuno, infatti, si chiede perchè il nostro amato/temuto killer abbia ucciso in tutti i suoi episodi anche personaggi inutili che incontrava occasionalmente, mentre qui a Manhattan addirittura seleziona le sue vittime, non cagando quasi nessuno dentro e fuori la metropolitana? Oppure, si vede bene che comincia ad avere coscienza di sè. Se prima era un'automa al servizio di un irrefrenabile istinto assassino, a Manhattan (e sulla nave Lazarus), è invece un accurato assassino che sceglie chi uccidere, ci gioca insieme e sembra ragionarci sopra. In più si riconosce in un tabellone pubblicitario appena sbarcato al porto. Questo è anche simpatico, ma la sua testolina che gongola nell'ammirarsi ci dice che Jason sa di essere Jason, e questo esclude che sia una semplice macchina assassina fine a se stessa, come ci avevano fatto passare giustamente ed efficacemente i primi 4 inimitabili (spero di no) episodi.
Se vogliamo trovare un'idea carina nel film, dobbiamo cercara nella, forse involontaria, parabola vitae di Jason. Ovvero, nasce nella primitività, tra cervi, baite e laghi maledetti, per morire nella modernità, tra le mille luci di New York. E' forse segno che anche uno dei gioiellini horror di sempre s'è sgoduto? Che s'è ormai irrimediabilmente corrotto? Che si sia anche lui compromesso con il vuoto del progresso?

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