Regia di Stephen S. Campanelli vedi scheda film
Ennesimo action crime dai ritmi sostenuti e concepito per puro intrattenimento, con notevoli incongruenze di sceneggiatura e di qualità mediocre nel suo complesso, non contiene alcuna innovazione, creatività o fascino, lo si può perdere senza dolersene.
Ennesimo action crime dai ritmi sostenuti e concepito per puro intrattenimento, tra i cui scopi presumo vi sia quello di creare una serie basata sul personaggio proposto, un’eroina femminile interpretata da Olga Kurylenko, sulla falsariga della Milla Jovovich (ex modella ucraina pure lei), solo che a differenza della seconda che nei primi Resident Evil in effetti proponevano qualcosa di innovativo ed interessante (per poi scadere in seguito), in questo caso siamo nella mediocrità più assoluta fin dal primo episodio. A parte qualche raro accenno di vivacità a livello di battute, aneddotica e trovate, il resto è tutto visto, rivisto e riciclato innumerevoli volte, segno evidente che ormai il ricorso alle tecniche digitali sopperisce malamente alla mancanza di inventiva, creatività e capacità artigianali e narrative. Possibile che non si possano più creare, per citare un solo esempio, inseguimenti in auto che siano minimamente credibili? Ormai sono solo più dei videogiochi ridicoli e patetici in cui le auto volano ed i conducenti sembrano di gomma, ed anche nelle situazioni più estreme al massimo riportano un lieve indolenzimento ad un arto che dura il tempo di una flatulenza. Stendiamo poi il classico velo pietoso sulla sceneggiatura, che se negli elementi di fondo è valida, nei particolari contiene incongruenze mastodontiche, forzature eccessive a beneficio di una trama approssimativa cucita addosso al personaggio femminile. Personaggio femminile peraltro neanche tanto ben concepito ed elaborato, in questo però devo dire coerentemente col resto del film, dove l’intelligenza non prevale in nessun personaggio e situazione, i dialoghi hanno qualche pretesa di ricercatezza ma spesso prendono il sopravvento sull’azione in maniera inverosimile e fumettistica rendendosi ridicoli e fuori luogo. Della serie: se sei in pericolo ed hai a tiro chi ti vuole morto, perché cazzeggi? Cazzeggiano perché gli sceneggiatori non sapevano come fare altrimenti per tirare avanti ancora qualche sequenza per stare nei canonici 90 minuti. Ora della fine si riduce ad essere l’ennesimo film composto da tanti spot pubblicitari messi insieme come un puzzle, ma dai pezzi ritagliati malamente e che non si incastrano per niente. Più che mediocre, chi se lo perde non ha motivo di rammaricarsi.
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