Regia di Giorgio Mille vedi scheda film
Terribile (pseudo)erotico girato nel momento di massima notorietà di Wilma Truccolo, sosia di Raffaella Carrà sfruttata solitamente in scadenti produzioni dal taglio dissacrante. Magda Konopka, nei panni della zia, pur se solo trentasettenne, purtroppo sembrerebbe più adatta al ruolo di nonna. La nonna di Monica era forse un titolo più pertinente.
Monica (Karin Well) è destinata a matrimonio combinato con Paolo (Gianni Dei). Ancora vergine, prima delle nozze decide di accettare l'invito della zia Marina (Magda Konopka), finendo per essere ospite, assieme ad alcune amiche, nella fattoria della parente. Monica in passato, per gioco aveva raccontato fatti erotici in confessionale notando che "il prete sbarellava", e rincarando la dose riuscendo a "far perdere la tramontana" al giovane reverendo. Da allora prova attrazione solo per uomini di chiesa. Nella tenuta di zia Marina, le ragazze si scatenano provando diverse esperienze sessuali, mentre Monica -dopo avere tentato inutilmente di sedurre don Mario (Umberto Raho)- assiste di nascosto agli amplessi della spigliata parente con il grezzo fattore Remo. Sarà proprio quest'ultimo a deflorare Monica, mentre Paolo ha una breve relazione con Jenny, una delle amiche della futura moglie.
"Questo film sembra tutto un manicomio, non è vero?", dice ad un certo punto Monica, guardando in macchina rivolta agli spettatori. E la recensione potrebbe chiudersi qui, essendo sintetizzata perfettamente dall'antipatica protagonista. Facendo leva sulla momentanea notorietà di Wilma Truccolo, alias Karin Well, attrice per la maggiore di pellicole pruriginose e diventata celebre per la stretta somiglianza con Raffaella Carrà, Giorgio Mille dirige questa malmessa produzione che punta solo a mettere in evidenza nudi femminili, a suo modo scandalosi. È un peccato, per esempio, ritrovare nuda Magda Konopka, polacca a suo tempo bellissima ma qui (a soli 37 anni) già precocemente invecchiata. L'insistente cattivo gusto predomina in una sceneggiatura (frutto di Giustino Caporale, piena di dialoghi con espressioni paninare e inflessioni romanesche) che vorrebbe essere al servizio di un film divertente ma che di fatto è solo tremendamente melenso. Privo di consistenza sotto qualunque punto di vista, La zia di Monica presenta una discreta (e mirata) colonna sonora, opera del complesso musicale La voce del padrone. È questo l'unico punto a favore di un prodotto giustamente destinato all'oblìo. Giorgio Mille, dopo Attenti... arrivano le collegiali! (1975) e I porno amori di Eva (1979) anticipa con questo film il suo ultimo lavoro: Ragazzina vogliosetta (1984), sicuramente anche questa una pellicola con dialoghi di notevole caratura...
"Era talmente snodata che a volte, facendo l’amore, finivamo per ritrovarci faccia a faccia." (Daniele Luttazzi)
F.P. 15/09/2019 - Versione visionata: Vhs La zia di Monica (lingua italiano - durata: 77'02")
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