Regia di Gee Malik Linton vedi scheda film
Opera prima encomiabile. Declan Dale (al secolo Gee Malik Linton) non si limita a trasporre il caso patologico d'una negazione psicotica, ma a partire da essa, e attraverso una narrazione che procede per salti temporali, mette in luce gradatamente - secondo una progressione scandita dai colori degl'angeli di volta in volta immaginati dalla protagonista - la coltre di correità e ipocrisia che ammanta un'intera collettività. E più scava più emerge il marcio d'ogni membro e nucleo sociali: dai più giovani agl'adulti, dalla malavita alle forze di polizia, dalla famiglia alla comunità cristiana. “La bellezza è nell'occhio dell'osservatore”: il meccanismo inconscio di difesa attivato in Isabel, che rimuove le disgrazie personali soppiantandole con entità candide o eventi “propizi”, rappresenta l'estremizzazione di quanto avviene in ciascuno di noi con la trasfigurazione d'una realtà tutt'altro che sana. In Exposed, dunque, la struttura diegetica ad analessi e prolessi non è fine a se stessa, bensì diretta a ricostruire e ricomporre passo passo gli accadimenti delittuosi o generalmente negativi, i quali s'appalesano nel momento in cui vengono focalizzati dalla giusta prospettiva, sino al colpo di scena conclusivo. Film senza peli sulla lingua, che proprio per questo risulterà indigesto a molti.
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