Regia di Ryan Coogler vedi scheda film
Devo mantenere la calma. E non è facile, perchè io con questo film sciagurato ho il dente avvelenato. Premesso che non me ne frega una cippa se è in vetta al box office e se (incredibile!) tutta la critica nazionale lo sta ricoprendo di elogi, io voglio qui affermare che si tratta di una delle pellicole più brutte che abbia mai visto in vita mia. Io l'ho battezzato come il "film delle due erre": Retorica e Ruffianate. In sala percepivo la goduria degli spettatori, evidentemente riconducibile al gusto medio(cre) di quello che io definisco il Pubblico Bue. E io invece avrei voluto uscire dalla sala già a metà film, estenuato da dialoghi idioti, situazioni stra-risapute, recitazione all'uopo ma falsa e finta, frasi cult inqualificabili, musiche tonitruanti e hip hop banalmente commerciale, ma soprattutto (e lì non ci ho visto più) una INSOPPORTABILE retorica sportiva da vomito, tanto era scontata e banale, peraltro accompagnata a quella triste e noiosa solfa del "lotta per il tuo sogno" oppure "insegui il tuo sogno" (e via cazzeggiando, tanto c'è sempre di mezzo 'sta cosa del Sogno, un affare -si sa- tipicamente a stelle e strisce). E la sceneggiatura, dio mio, che poggia su una serie di personaggi uno più scontato dell'altro, sembra di vedere un riassunto di tutti i film di pugilato visti negli ultimi 50 anni. La madre e la morosa del giovane Creed battono tutti i ruoli del film in idiozia e dabbenaggine, due ritrattini insopportabili nella meccanicità del loro evolversi narrativo. E i dialoghi sono delle chicche. Soprattutto quando Creed e Balboa si affrontano faccia a faccia: un diluvio di stupidità imbarazzante. L'attore che impersona Creed non è tutto sommato malaccio, ancorchè penalizzato da un ruolo tremendo, ma dove non mi dò pace è nel riscontrare uno Stallone bollito, bollitissimo. Eppure osannato dalla critica tutta! Sguardo bovino come non mai, la faccia che è una mascherona risultato di non so quante manipolazioni chirurgiche, mai un guizzo, sembra rincoglionito da qualche psicofarmaco, insomma una tragedia (non so se ho capito bene -spero d'essermi sbagliato- ma pare che gli vogliano attribuire un oscar come attore non protagonista: se è vero, mi sa che scenderò in piazza...). Sto ripercorrendo mentalmente il film e giuro che non trovo niente di niente da poter salvare. E ripenso -ad esempio- alla retorica (è una parola chiave di questa recensione) del match finale, una roba intollerabile. E poi tutta la retorica (sì, ancora quella parola) dell'infanzia problematica del giovane ribelle nero, poi la retorica della figura guida del padre, poi la retorica della madre buona, poi la retorica dello spirito agonistico, poi la retorica della fidanzata cazzuta....e su tutto la frase cult che incombe su tutto il film, pronunciata spesso dal povero Stallone: "Un passo alla volta, un pugno alla volta, una ripresa alla volta" (esticazzi!!). No, davvero, questo film è quanto di più lontano esista dal mio Gusto.
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