Regia di Chantal Akerman vedi scheda film
Una crisi interiore rappresentata, anzi celebrata, nelle tre fasi che caratterizzano l'evoluzione di un percorso interiore: la fase dell'intimità riflessione, il rapporto col mondo circostante in veste di ascoltatrice muta, e la ripresa dei rapporti sentimentali e sessuali col proprio partner. Un film di rottura in anticipo sui tempi.
8° IN & OUT FILM FESTIVAL - OMAGGIO A CHANTAL AKERMAN
La vita scandita in tre atti, di una ragazza in crisi con se stessa, col mondo circostante (rapprensentato da un camionista incontrato per caso per strada) e con le persone care che corrispondono e danno un senso (oppure lo tolgono) alla propria esistenza.
La voce della protagonista (è la Akerman stessa ad interpretarla), che non recita, non racconta in prima persona, ma ci documenta sotto forma di io narrante, scandendo in modo molto intimo e preciso le fasi di una crisi interiore che la induce ad un isolamento di oltre venti giorni, ci descrive le fasi di un percorso di gradule annullamento: via l'arredamento, spazio al vuoto delle pareti: un materasso spostato in ogni angolo della stanza e lei nuda o comunque semi-svestita, sdraiata e raggomitolata su se stessa; poi impegnata a scrivere convulsamente, interrotta solo a tratti da brevi occhiate ad un panorama raggelato durante una nevicata.
Cibandosi solo di zucchero in polvere, la giovane donna trova il coraggio di uscire da questo suo rifugio embrionale dopo oltre venti giorni. Sola, a piedi lungo una ciconvallazione, viene caricata nell'abitacolo di un mezzo pesante da un giovane camionista (Niels Arestrup) che si convince a portarla con sè, rompendo in tal modo il silenzio che caratterizza le sue giornate lavorative in solitaria. L'uomo si aprirà in un racconto-confessione di cui la ragazza diverrà testimone muta, ma emotivamente partecipe.
Infine, lasciato il camionista, la ragazza tornerà a casa della sua amica ed amante Elle, riallacciando un focoso rapporto carnale, che non sappiamo se possa essere in grado di ricostituire un rapporto di coppia, o se invece si tratta di un puro sfogo sessuale.
La Akerman sperimenta e dirige (ma interpreta pure il ruolo della protagonista, mettendosi a nudo non solo letteralmente) un film controverso ed originale, uno e trino che analizza e scandaglia le pieghe di una crisi interiore ripresa secondo tre angolature differenti: l'intimità del proprio io, il rapporto col mondo esterno, e le vicissitudini incerte ma altamente passionali di un rapporto di coppia che funziona molto di più a livello sessuale che di intesa caratteriale.
Un film non facile, a tratti anche estenuante, intransigente, snervante, ma di certo originale e coraggioso, frutto maturo di inquietudini probabilmente molto partecipate e condivise dall'autrice.
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