Regia di Tom Hooper vedi scheda film
Un capolavoro di quelli che non se ne realizzavano più da tempo. Un drammone per cuori sensibili e per chiunque creda che l'identità sessuale sia più interiore che esteriore.
Film ispirato alla vera storia di Einar Mogens Andreas Wegener, un illustratore danese che fu anche il primo uomo nella storia a sottoporsi a un intervento per cambiare sesso.
A vedere il trailer mi è sembrato uno di quei drammoni da oscar e ha attirato subito il mio interesse e devo dire che le mie aspettative non siano state deluse. E' davvero un film da premio oscar ed è ben interpretato da un cast indovinato. Mi è piaciuto molto perchè è ricco di pathos, è intenso, emozionante, con una trama scorrevole, ben sviluppata e mai noiosa.
Non si racconta l'ambiguità di un uomo soggetto a disforia sessuale, ma il suo tormento interiore, il suo smarrimento e timore di capire chi fosse e cosa veramente volesse e l'essere visto negli anni venti come un malato di mente. A quei tempi infatti la disforia sessuale veniva vista come un disturbo psichiatrico che poteva essere curato. Einar tuttavia sa di non avere bisogno di cure, sa di avere bensì necessità che il suo corpo venga cambiato affinchè possa essere in sintonia con la sua psiche ed essenza di donna. Egli sa di essere stato in conflitto per molto tempo con la sua duplice natura: uomo fuori e donna dentro. Per anni ha soffocato la sua parte femminile cercando di comportarsi secondo le convenzioni sociali dell'epoca, ma alla fine non ce la fa più. Da un semplice gioco di sua moglie scopre il vero sè, quello che per tanto tempo ha finto di non vedere...
Il fulcro del film è proprio il rapporto dolce-amaro e tenero-doloroso che ha con la moglie che soffre nell'apprendere che lui stia iniziando a prendere coscienza di desiderare di avere un corpo femminile, ma che al contempo non lo abbandona al suo destino rimanendogli accanto in ogni suo momento difficile e fino al giorno del suo ultimo intervento che in seguito a un'emoraggia segnerà la sua morte. L'epilogo è dunque tragico, amarissimo e l'ultimo dialogo tra i due fa anche scendere la lacrimuccia.
Molto belle le scenografie e la riproduzione delle ambientazioni danesi, ben curati i dettagli, impeccabile ogni inquadratura e magistrali le interpretazioni dei due attori principali, Eddie Redmayne e Alicia Vikander.
Un film che parla del coraggio di essere e ritrovare se stessi, di rischiare pur di inseguire la propria serenità mentale, ma che mostra e insegna anche con un velo di malinconia che l'amore vero, quello dell'anima, come quello che Gerda prova per il marito, sia incondizionato poichè quello fisico è solo appagamento dei sensi.
In definitiva, un film degno di attenzione, per me un capolavoro che riesce a toccare le corde del cuore, emozionando nel profondo e inducendo anche a riflettere.
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