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The Danish Girl

Regia di Tom Hooper vedi scheda film

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La recensione su The Danish Girl

di EightAndHalf
5 stelle

I film di Tom Hooper hanno destato sempre un dubbio particolare, che prescinde un po' le trame e le caratteristiche narrative (quelle sempre edificanti, ma ben curate e di ottima fattura). Il dubbio è se effettivamente il regista americano vanti dal canto suo uno stile che lo contraddistingua. La sua è sempre stata una regia al servizio della trama raccontata, poiché disinteressato a maturare un particolare dialogo formale. Tecnicamente presenta dei metodi particolari, considerando l'evidente fascino per i campi lunghi e per gli empatici primi piani sui volti dei suoi protagonisti, ma questi non possono definirsi stilemi, o chiavi di lettura per i suoi film. Ricorrente è sempre stata l'attenzione per le ricostruzioni storiche, sempre accurate, e il confronto fra evento storico e dramma personale, e solo questo aspetto rende Tom Hooper più riconoscibile, ma certo ancora non si può parlare di Autore.  Il senso più profondo della regia hooperiana è sempre stato quello di aderire a ciò che viene messo in scena, senza distaccarsene, ma accompagnandolo con verve e partecipazione. Questo può lasciare intendere una certa furbizia, ma in qualche modo il lavoro di montaggio, ambientazione e recitativo avevano sempre colmato, anche oltre agli ovvi tecnicismi professionali, questa mancanza.

 

Eddie Redmayne

The Danish Girl (2015): Eddie Redmayne

 

The Danish Girl sembrerebbe nascere da questo presupposto, raccontare la storia con adesione particolare ai fatti narrati. E in effetti riscontriamo una certa coerenza - sfacciata - fra l'apparente semplicità della trama (apparente all'inizio, evidente alla fine) e la semplicità esagerata dell'impianto formale. Hooper, oltre ad azzardare qualche nudo integrale, non osa mai davvero, cullandosi nelle più scontate ovvietà hollywoodiane. Non si giudica un film da quello che avrebbe potuto essere, ma The Danish Girl aveva del potenziale che Tom Hooper non sembra cogliere: la riflessione sul corpo, sulle conseguenze della trasformazione del protagonista e sul rapporto di coppia, viene giusto accennata, così come cade nel nulla il pensiero per cui la nascita di Lili, la vera personalità femminile di Einer, risulti effettivamente frutto del rapporto di coppia fra Einer e la moglie Garda (la vera sorpresa, un'ottima Alicia Vikander). La genuinità dell'amore dei due coniugi porta la personalità dei protagonisti a giungere al più alto livello di verità possibile. La verità più profonda di Garda, che trova in Lili una nuova fonte di ispirazione per la sua pittura, e la verità più profonda di Einer, che ha da sempre in realtà nascosto in sé i germi di questa personalità alternativa.

 

Eddie Redmayne

The Danish Girl (2015): Eddie Redmayne

 

Il discorso però si frantuma e si sfilaccia col proseguire del minutaggio. L'effetto spettacolare ha la meglio, Hooper come già detto sta sulle sue senza mai sentire davvero propria l'operazione, e le smorfie di Redmayne cominciano ad essere davvero troppe. Fino a un finale che è troppo lezioso per convincere davvero. Per quanto appassionante, il film segue traiettore assai note, esagerate, e raffredda ciò che poco prima poteva essersi riscaldato, nell'animo dello spettatore. In concorso a Venezia 72.

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