Regia di David Lynch vedi scheda film
Il mondo è violento, ma in un modo sottile, che non fa necessariamente schizzare il sangue, bensì seduce con i ripetuti, mirati attacchi di una forza oscura. Ciò che cova sotto il manto vellutato della bellezza e delle note romantiche di "Blue Velvet" e "In Dreams" è il lato sinistro e malato dell'amore. È il nero abisso che contrasta con la superficie patinata del sentimento tra due ragazzi dalla faccia pulita. Per Jeffrey la porta dell'appartamento di Dorothy Vallens è come l'entrata dell'inferno; è il contatto con un vortice sotterraneo che fa di tutto per risucchiarlo, anima e corpo, e il cui orrore non conosce limiti. Lo happy ending allo zucchero candito è più che altro una presa di distanza dal "tutto è bene ciò che finisce bene". I colori sono le stesse tinte pastello dell'inizio, e l'atmosfera è di nuovo da sogno familiare di provincia: la storia si chiude, quindi, esattamente com'è cominciata, ed il tono è quindi quello di una messa in guardia nei confronti di ciò che, nonostante le apparenze rassicuranti, può sempre accadere, da un momento all'altro, in seguito ad un'accidentale incrinatura.
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