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In nome di mia figlia

Regia di Vincent Garenq, Julien Rappeneau vedi scheda film

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La recensione su In nome di mia figlia

di barabbovich
8 stelle

Una tredicenne (Besson) viene stuprata e uccisa dal compagno della madre (Koch). Suo padre (Auteuil), un brillante avvocato francese, cerca per trent'anni di attenersi alle vie legali per rendere giustizia alla figlia, vittima di quello che, si viene a scoprire, è uno stupratore seriale, un ammanicatissimo medico tedesco difeso a oltranza dalle istituzioni del suo Paese. Tra mandati di cattura internazionali, folli spese di avvocatura, volantinaggi e dichiarazioni rilasciate alla stampa, il padre della vittima continuerà la sua personale battaglia a un prezzo altissimo. Tratto da una storia vera, tristemente nota in Francia, che si è dipanata tra il 1974 e il 2009, il film trova nel personaggio del padre la figura eroica che fa da perno all'intero racconto. Eppure la protagonista più interessante è la madre della ragazza uccisa (Croze): donna talmente plagiata dal suo compagno da disconoscere l'evidenza dei referti medici sull'autopsia, da chiudere entrambi gli occhi davanti alle testimonianze di altre ragazze stuprate e da arrivare a dare del pazzo paranoico all'ex marito. Al di là dei motivi d'interesse veicolati dal film sul piano dei contenuti, su quello della forma l'impianto dell'opera è sobrio, costruito su flashback e variazione delle location, servito da attori all'altezza della situazione, per i quali sarebbe stato necessario un impegno maggiore in fase di trucco.

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