Regia di Ali Abbasi vedi scheda film
Il regista Ali Abbasi mischia gli ingredienti furbescamente: un pò Polansky, un pò Von Trier e tanta... tanta inquietudine... La natura incontaminata all'esterno ed il male dentro di Noi.... Temi abusati...triti e ritriti... ma ne esce fuori un 'prodotto' riuscito.
La natura è la protagonista indiscussa di questo ‘Shelley’ che potrà risultare un coacervo citazionistico, come hanno ben evidenziato altri recensori, ma che affascina per quel trip malato che si insinua lentamente progredendo in un crescendo fino alla manifestazione del male sotto così deboli (ma solo apparentemente) spoglie.
Una famiglia composta da marito e moglie decide di vivere a contatto con la natura cercando di eliminare gli agi e i mali della modernità isolandosi dal mondo in un ambiente impreziosito da scorci naturalistici di rara bellezza.
Decidono di assumere, proveniente dalla lontana Romania, una ragazza per le faccende di casa che, avendo il dono, mancato alla coppia, della fertilità risulta adatta nel compito di madre surrogata che gli viene proposto con la promessa di una lauta ricompensa: l’acquisto di un appartamento in terra natia e quindi la possibilità del ritorno a casa in tempi minori di quelli preventivati nonché la possibilità di riabbracciare il figlioletto di 5 anni lasciato a casa dai nonni materni.
Accettando tale compito si accorgerà, quasi subito ,come la vita che gli sta crescendo dentro non sia così ‘indifesa’ e ‘debole’ come si è portati a pensare bensì malefica e famelica come un cancro che ti divora (dall’interno) lentamente.
Beh, non male, se lo si guarda al netto di alcune sequenze che sembrano doversi incastrare nel contesto ed inserite gratuitamente con l’unico pretesto di essere ‘disturbanti’ma con l’attenuante di essere generate dalla fase onirica e lì, lo sappiamo bene, tutto è permesso.
Personalmente preferisco la sfacciataggine di Lars Von Trier che non ci vuole risparmiare niente e si diverte a farci accapponare la pelle da quel sadico fetentone che è!!! (Lo adoriamo in tanti per questo!).
Il climax in cui ci si addentra comunque è veramente inquietante grazie alla messa in scena ed alla splendida recitazione delle due protagoniste, mentre la figura del marito risulta poco più che comprimaria.
Insomma un buon prodotto decisamente sopra la media di quelli di un genere così inflazionato che è l’horror.
Il regista Ali Abbasi pare trasferitosi (produttivamente parlando) dalla Danimarca alla Svezia per la sua successiva fatica ‘Border’ 2018 che ha vinto il premio ‘un certain regard’ all’ultimo festival di Cannes.
Non sarà mica che abbiamo scoperto un nuovo autore…..
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