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The Wakhan Front

Regia di Clément Cogitore vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Wakhan Front

di alan smithee
6 stelle

FESTIVAL DI CANNES 2016 - SEMAINE DE LA CRITIQUE

Jérémie Rénier, Sâm Mirhosseini

The Wakhan Front (2015): Jérémie Rénier, Sâm Mirhosseini

Film d'esordio nel lungometraggio di Clément Cogitore, presentato alla Semaine de la Critique. THE WAKHAN FRONT è un'opera ambiziosa e, a tratti, suggestiva ed avvincente che unisce molte sensazioni e concetti maturati altrove in opere letterarie e cinematografiche disparate.

Si racconta di un drappello di soldati francesi in Afganistan, a fine 2014 mentre il Governo sta procedendo ad un graduale ritiro delle truppe. Allo scrupoloso capitano Bonassieu viene dato incarico di sorvegliare una zona di confine col Pakistan, ancora occupata da milizie talebane ingovernabili, nei pressi di una zona pietrosa e montana chiamata Wakhan.

Jérémie Rénier

The Wakhan Front (2015): Jérémie Rénier

 

La vita nel fortino di latta scorre monotona, almeno fino a quando alcuni soldati, uno dopo l'altro, misteriosamente cominciano a sparire improvvisamente. La colpa la si dà ovviamente ai fanatici nemici asserragliato attorno, ma quando questi ultimi confessano che anche i loro uomini stanno sparendo improvvisamente, ed adducono a strani riti ancestrali gli inspiegabili eventi, offrendo anche un rimedio casereccio a base di montoni legati in zone strategiche ed aventi il potere di impedire tali scomparse, per le truppe in missione non resta che difendersi da un nemico micidiale ed invisibile il tempo che gli elicotteri giungano a riprenderseli.

Tra echi buzzatiani de Il deserto dei tartari, e carpenteriani de La cosa, tra paesaggi spogli e pietraie lunari che inquietano ma affascinano pure, il film di Cogitore ha spunti davvero allettanti e si avvale di un cast di giovani attori credibili e in parte, tra cui primeggia il noto e ottimo Jérémie Renier , affiancato dall'attore de Les Combattants Kevin Azais, ma forse non osa quanto dovrebbe e rimane un po' in sospeso tra affascinanti ipotesi esoteriche accennate ma non adeguatamente sviscerate, ed un interessante legame di taglio quasi documentaristico con la realtà della vita di caserma nelle zone a rischio come l'Afganistan.

 

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