Regia di Doug Campbell vedi scheda film
Film drammatico, con un finale che tende verso il thriller. Voto: 5
Film drammatico con al centro la storia di una ragazza universitaria, Kara, che, per far fronte alle notevoli spese che lei e la sua famiglia devono sostenere, inizia a frequentare un uomo più grande, che potrebbe essere suo padre, in cambio di soldi.
Il film, inizialmente, ricorda “Student Services” (film francese del 2010). Così come in questa pellicola, infatti, la protagonista è una ragazza di venti anni che, nonostante i numerosi sforzi della famiglia, non riesce a pagarsi gli studi e non ha la possibilità di vedere realizzati i suoi sogni. Così come in Student Services, anche in questo caso la protagonista è una ragazza, che, se c'è da lavorare umilmente non si tira di certo indietro: per poter guadagnare qualcosa, infatti, lavora alla sera in un bar e, come il film ci fa capire all'inizio, la giornata di Kara è composta solo da studio e lavoro... solo qualche piccolo momento con il suo ragazzo... nulla più.
Ad un certo momento, però, c'è la voglia di voler realizzare i propri sogni: in questo caso l'opportunità di partecipare ad uno stage prestigioso e di alto livello, però costoso e non retribuito: Kara sa benissimo che i suoi genitori, anche con tutta la buona volontà non potrebbero permetterselo, ed ecco che allora certe schifezze, iniziano ad essere viste da Kara, come un'opportunità.
Però, come viene detto subito all'inizio del film, (il che suona quasi come un'anticipazione), “se vuoi guadagnare soldi facili ne paghi sempre le conseguenze”
Il film per quasi tutta la sua durata, si concentra sul dramma vissuto dalla protagonista, senza però mai cadere nell'erotismo o nel mostrare scene di sesso, ma solamente lasciando immaginare lo spettatore e, soprattutto, insistendo molto sui sensi di colpa della protagonista: in particolare, nei confronti del suo ragazzo e dei suoi genitori. A questo proposito, la regia è stata molto brava, nel far immedesimare lo spettatore in Kara... in alcune scene, infatti, se si segue la pellicola attentamente, si può provare l'angoscia e la vergogna che ha la protagonista. E mi riferisco, per esempio, alla scena del compleanno del padre, o quando mostrano la semplicità del suo ragazzo rispetto all'uomo che frequenta, o quando mostrano la facilità con cui le vengono regalati soldi, gioielli, addirittura una macchina. Sono diverse le scene di questo tipo... personalmente quelle che ho trovato più efficaci sono quelle in cui Kara si confronta con la famiglia: per esempio, quando si presenta con la macchina nuova, o quando il padre scopre tutto...
Certamente, qualche difetto il film ce l'ha. A mio avviso, forse troppo schematico e poco originale, la morale sempre pronta e il netto distinguo tra ciò che è bene e ciò che è male... insomma, può sembrare quasi una pellicola che segue molto gli standard, mettendo poco di suo. Anche la scelta, negli ultimi 20 minuti, di trasformare la pellicola in un thriller può avanzare diversi dubbi. Questa è forse la cosa che, fossi stato il regista, non avrei fatto. Alla fine, il solito finale happy end dopo che la protagonista ha rischiato la morte, che fa tornare la pace fra tutto e tutti. Sì. In questo senso è stato molto banale e ingenuo. Certo quella del finale è una buona idea per terminare la pellicola in modo frizzante e originale... però non ha nulla a che vedere con la storia del film.
In questo caso la regia ha fatto il grave errore di mettere in mezzo un omicidio e un tentato omicidio... avrebbero dovuto insistere di più sull'aspetto psicologico della protagonista: lei doveva ricredersi e capire che quello che stava facendo era “la scelta sbagliata” non perché poi ci è scappato un morto. Vedendo il film capirete che lei lo aveva compreso un attimo prima in effetti... ma allora qual è il senso di introdurre nel film questa variante thriller?... Non era assolutamente necessario, una grave caduta di stile.
E non basta neppure chiudere la pellicola con una bella frase ad effetto del tipo “... i soldi facili nonesistono”, poiché ciò lo si doveva far capire allo spettatore nel corso del film, magari con un finale drammatico/psicologico, non con una frase pronunciata prima dei titoli di coda.
Peccato per questa deriva thriller nel finale. La valutazione della pellicola, a mio avviso, era più che sufficiente... però dati gli ultimi 20 minuti, più di 5, come voto, non posso dare.
A tutti auguro un buon cinema e un buon proseguimento!
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