Regia di Roschdy Zem vedi scheda film
Solido ed efficace biopic sul primo clown di colore (e per caso) mai apparso in un circo. Storia intensa di amicizia sincera ma contrastata ed epopea di un trionfo effimero come una fiammata. Ottimi l'istrionico Sy e Thierree, circense dagli illustri natali.
Roschdy Zem, piuttosto noto (almeno in patria) attore e regista francese, dirige un accurato interessante biopic su un personaggio che godette, ad inizio '900, di una celebrità notevole quanto effimera: una fiammata di notorietà che lo rese il paladino del divertimento per adulti e soprattutto bambini, ed una fonte di incassi sicura per i suoi datori di lavoro: un boom potente quanto una fiammata in un covo di paglia, ma altrettanto effimero nella durata.
Rafael Padilla, cubano di origini umilissime, viene notato da un celebre stimato clown francese inserito in un piccolo circo che sta percorrendo tappe nella vicina Spagna. I due divengono amici e l'uomo di spettacolo intuisce che le movenze dell'aspirante collega possono riuscire ad attirare con buoni risultati il pubblico, che tra l'altro non è abituato a vedere comici di colore.
Dopo quanche passo incerto, il successo è garantito ed apre al duo comico porte sempre più prestigiose nei circhi più rapprresentativi e affermati della cerchia parigina.
Ma mentre il clown bianco è schivo, previdente, rispamiatore e poco propenso a spendere e spandere le proprie ricchezze, oltre che molto legato al suo amico, forse anche - il film non chiarisce appieno, e fa bene, ma lascia intuire che il sentimento di amicizia da una parte sfiori altri e più complessi stati d'animo - geloso di come questi si getti a peso morto verso le tentazioni e i vizi, pasdsando di donna in domìnna e ferendo intimamente anche alcune delle sue giovani e belle amanti, il nero gigantesco ed irrefrenabile è da una parte il fulcro più appariscente di una comicità in realtà orchestrata e diretta dall'abilità dell'altro, che si mette in sordina accettando il ruolo di spalla per ragioni di spettacolo.
E come un'altalena l'ascesa di uno corrisponde alla caduta dell'altro, il bianco, dimenticato e tornato agli spettacoli minori, mentre Chocolat, nella prima decade del nuovo secolo, doventa una star d'eccezione, salvo poi rovinarsi con i debiti e le tentazioni del bel vivere.
Zem dirige con eccellente professionalità un biopic ben inserito in un contesto storico molto preciso, e si avvale dell'ottima e consolidata prestanza fisica e mimica dell'irresistibile Omar Sy, una vera star francese e non solo. Ma è James Thiérrée il vero portento: l'uomo vero del circo che si presta anima e corpo a rendere un personaggio comico ma anche molto malinconico e solo, che rappresenta ala perfezione lo stereotipo più poetico e stimolante della figura del pagliaccio. Uno dei molti nipoti di Chales Chaplin, Thiérrée è nato da una famiglia circense e pertanto gioca in casa un ruolo che lo vede tuttavia anche intenso attore drammatico.
Non sono certo un contorno ma validi ulteriori attributi del film, molti altri attori noti o notissimi del cinema d'oltralpe: la stupenda Clotilde Hesme (definita con spregio "la femme au negre") , Olivier Gourmet (titolare del circo più prestigioso di Parigi), Noémi lvovsky e Frédéric Pierrot, coppia circense da cui tutto ebbe origine, Alice de Lancquesaing nel ruolo della giovane amante di Chocolat.
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